Garda

Omicidio. La vedova:«Tiziano era un uomo a posto»

La moglie: «In passato aveva sbagliato e pagato, non so chi potesse avercela con lui».
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Teletutto: L'omicidio di Bedizzole
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 «Mio marito non era un delinquente, aveva avuto un passato burrascoso ma aveva pagato: è stato in carcere 18 mesi, poi la sua vita era cambiata». È la difesa di Cosetta Polina, 50 anni al marito Tiziano Stabile, ucciso da due colpi di pistola a Bedizzole. «Non sapevo nemmeno dove fosse quel posto - dice - ma so che nel bresciano andava quasi tutte le sere: del resto aveva un sacco di amici, mia figlia lavora a Calvisano, mio figlio è a Brescia: si laurea a febbraio, ma come farà dopo quello che è successo?».
 
Cosetta parte dal 1981: Tiziano, che la sposerà tre anni dopo, viene condannato a 18 mesi di carcere per il sequestro dell’orefice Mezzadri, di Rivarolo Mantovano. L’uomo venne chiuso in un cascinale a San Giovanni in Croce e poi la banda, della quale Tiziano faceva parte, chiese ai genitori il riscatto, andando a bussare a casa col volto incappucciato. «Da allora mio marito - giura Cosetta - aveva pagato e si era ripulito: era un papà amorevole e un uomo di casa».
 
Nessun accenno alla droga, alle accuse di spaccio, alla fedina penale. Preferisce ricordare la passione di Tiziano per il jogging e i suoi tanti lavori, tutti molto diversi. «Non so cosa facesse quasi ogni sera nel Bresciano, ma aveva una casa a Desenzano ed aveva tanti amici. Non so nemmeno chi gli volesse così male» ripete, attonita.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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