Garda

Omicidio di Sirmione: «Mai sentiti litigare in 40 anni che abitano qui»

Sotto choc i residenti in via XXIV maggio che descrivono il figlio come un uomo tranquillo ed educato
I rilievi dei carabinieri dopo il tentato omicidio - Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
I rilievi dei carabinieri dopo il tentato omicidio - Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
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Un uomo tranquillo, riservato, educato. Così i vicini di casa descrivono Ruben Andreoli, il 45enni di Sirmione che ieri sera ha massacrato di botte e ucciso sua mamma, Nerina Fontana, di 72 anni. Abitavano insieme, nell’appartamento al primo piano di una palazzina in via XXIV Maggio a Colombare: madre, figlio e anche la nuora, di nazionalità ucraina.

Il ritratto è quello di una famiglia pacifica, mai nessuna lite, nessun precedente che potesse in qualche modo far immaginare la violenza brutale di ieri sera. Ruben Andreoli lavora come magazziniere per un'azienda di Peschiera che produce lavelli ed elettrodomestici e ha una grande passione per i rally: le foto delle sue competizioni passate, nelle quali il sirmionese è alla guida delle vetture sportive, affollano il suo profilo Facebook.

Nerina Fontana, che in passato aveva lavorato come cameriera in alcuni alberghi dello stesso paese gardesano, era rimasta vedova qualche anno fa. Abitava con il figlio e la moglie di lui, che sembra non avesse un’occupazione, per avere compagnia. O almeno così raccontano i vicini più informati. Quelli che con loro hanno condiviso la quotidianità di un saluto sulle scale, e che qui, nel dedalo di vie comprese tra via XX Settembre e via Todeschino, si conoscono un po’ tutti. Quelli che ieri, fino a tarda sera, si sono avvicinati più o meno timidamente ai carabinieri che piantonavano l’ingresso al civico numero 16 per chiedere notizie sulle condizioni di Nerina.

È una zona residenziale tranquilla e rispettabile questa, a pochi passi dalle scuole e dal Municipio, dove vivono famiglie, coppie, anziani. Ed è tutta questa sana normalità a rendere ancora più inspiegabile quanto accaduto. Insospettabile, inimmaginabile. Chi c’era, chi ha visto, chi ha sentito non trova altre parole per descriverlo. Uno squarcio di follia nella serenità di una comunità che mai aveva visto una simile crudeltà.

Quando ormai le tute bianche sono al lavoro si avvicina anche la signora Rosa, chiede notizie dell’amica Nerina: «Avevamo comprato casa nello stesso periodo, quando le stavano costruendo, abbiamo sempre abitato qui. In quarant’anni non ho mai sentito litigare in quell’appartamento».

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