Nuvolera, martedì l'addio a Valerio Sgotti

Il paese in queste ore è diverso. E’ mancato il movimento dei fine settimana e non si parla d’altro, a voce bassa, quasi per non disturbare il dolore della famiglia Sgotti. Una mano ignota ha depositato ieri sera una rosa sul masso all’ingresso della cava dove è morto Valerio. Una rosa rossa che racchiude il senso di un lutto corale, che sa di antico, che coinvolge la comunità e il simbolo del mestiere comune, l’arte del cavatore. Valerio Sgotti, travolto mercoledì da una grande massa di pietre, conviveva nella sua sapienza dettata dal contatto di decenni di sudore con il marmo. Mille volte ha esortato alla prudenza, alla diffidenza, con le sue mani su cui la polvere bianca della lama disegnava contorni e zone di evidente callo. «Mercoledì sembrava presagire la tragedia. Era leggero, sereno, - raccontano i familiari - aveva voglia di affrontare e tagliare quel fronte di bianco botticino».
Con lui sotto la frana anche il figlio Nicola, che soccorso dal fratello Sergio e da due operai, è stato trasportato in gravi condizioni in ospedale. Ora sta meglio, chiede del padre, ma nulla gli è stato detto. Una verità difficile, pesante da tradurre in un linguaggio consono ad un letto di convalescenza, in un dialogo del cuore. Resteranno in lui profonde ferite: non fisiche, ma di una lotta impari tra l’uomo e la montagna nel peso del vedere soccombere la persona più amata. Le ricerche di Valerio hanno dato esito positivo solo sabato pomeriggio, al termine di una prospezione delicata, effettuata saggiando la frana con ruspe e picconi, con la partecipazione del figlio Sergio. Poi il ritrovamento dei resti e il trasporto all’ospedale di Gavardo, quando alla speranza ha preso il posto il dolore della certezza della morte dell’uomo. Oggi, in tarda mattinata l’impresa funebre Caravaggi, trasporterà la salma nell’abitazione di via Sorzana. La morte di Valerio Sgotti ha lasciato un grande vuoto tra i colleghi cavatori e un profondo dolore tra gli amici. «Nel piccolo della nostra quotidianità - ha sussurrato la moglie Anna, persona schiva e gentile - mi ha fatto vivere come una regina. Attaccato ai figli Luciana, Sergio, Nicola e Maria Rosa era premuroso con tutti». Stasera alle ore 20, si terrà la veglia funebre e domani alle 16.30 i funerali celebrati dal parroco di Nuvolera.
«Voglio ringraziare tutti gli amici e i cavatori di Valerio Sgotti- ci ha detto Giuliano Ghirardi, geologo e presidente del Consorzio Cavatori, incaricato dalla magistratura per la direzione di lavori di recupero - che da subito i sono offerti per iniziare i lavori. Con generosità si sono messi al lavoro. Segno di solidarietà e stima indiscussa per Valerio».
Giuliano Maggini
La tragedia
n Una rosa rossa posta da mani sconosciute sul luogo della tragedia.
Sopra, la vittima, e, a lato, il recupero
del corpo dell’uomo.
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