Garda

Niente fondi Ue per la tutela del carpione, pesce simbolo del lago di Garda

Il progetto per la salvaguardia della specie è stato ritenuto meritevole ma non finanziabile perché privo del requisito di replicabilità
La specie ittica autoctona del Garda - © www.giornaledibrescia.it
La specie ittica autoctona del Garda - © www.giornaledibrescia.it
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Progetto ammesso ma non finanziato. Da Bruxelles non arriveranno i fondi per sostenere l’estremo tentativo di salvare il carpione (salmo carpio), pesce simbolo del Garda, specie endemica ed esclusiva che vive solo in questo lago e un tempo abbondante ma da un trentennio in forte contrazione, tanto da essere inserito nella «red list» internazionale delle specie a forte rischio estinzione.

È un doccia gelata per la Comunità del Garda e i Comuni del lago, che in autunno avevano candidato il progetto per la salvaguardia della specie ad un bando europeo Life. Il medesimo progetto era stato già proposto tre volte da Regione Lombardia, ma sempre bocciato dall’Ue. O meglio: ritenuto ammissibile, cioè meritevole e scientificamente valido, ma non finanziabile perché privo dell’indispensabile requisito di replicabilità. Ma il carpione vive solo nel Garda: ovvio che non sia replicabile altrove.

Il progetto

Il progetto, redatto dalla società di consulenza ittiologica Graia, prevede interventi per 1,7 milioni di euro: ripristino delle zone di frega, rimozione delle «reti fantasma» dai fondali profondi, posa di uova embrionate di carpione provenienti da stabilimenti ittiogenici e altro ancora. Si contava di ottenere dall’Ue una copertura del 60% dei costi. Al resto ci avrebbe pensato il territorio, visto che, episodio più unico che raro, tutti i 26 Comuni rivieraschi si erano detti pronti al cofinanziamento.

«Ripartiremo da qui», dice Filippo Gavazzoni, vicepresidente della Comunità del Garda. «L’Ue ha confermato ancora una volta la bontà del progetto, ma evidentemente - spiega Gavazzoni - una questione locale come quella del carpione non può essere finanziata dall’Europa. Cercheremo di fare massa critica a livello territoriale e trovare i fondi tramite le Regioni. Parliamo di 1,7 milioni in tre anni, bazzecole per tre Regioni come Lombardia, Veneto e Trentino, visto peraltro che si tratta di difendere una biodiversità e un patrimonio unici al mondo».

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