Garda

MuSa, la sezione dedicata alla Rsi nel mirino dell’Anpi: «Tanti punti deboli»

L’Associazione partigiani critica l’allestimento e promuove lo spettacolo «Il duce delinquente»
Una delle sale della nuova sezione del MuSa © www.giornaledibrescia.it
Una delle sale della nuova sezione del MuSa © www.giornaledibrescia.it
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«Storia, non apologia», dicono i curatori. Ma l’Anpi avanza riserve. A due mesi dall’apertura al pubblico della nuova sezione del MuSa, il museo civico salodiano, dedicata alla Repubblica sociale italiana, passata alla storia come Repubblica di Salò, l’Associazione nazionale partigiani dice la sua, punta il dito contro alcuni «punti deboli» dell’allestimento e annuncia iniziative che prefigurano un autunno caldo sul fronte del racconto di quel periodo storico, ancora profondamente divisivo.

Ad intervenire è Dario Bellini, presidente dell’Anpi Medio Garda, che rileva alcuni aspetti carenti dell’allestimento dedicati ai «due anni di storia che coincidono con la Repubblica sociale italiana, epilogo di vent’anni di contraddizioni e crogiolo di almeno altri settanta di equivoci». Per Bellini, dall’apparato espositivo «si evince la centralità di Mussolini, della sua immagine e del suo “mito”, quasi fosse lo stesso Mussolini dei vent'anni precedenti», quando invece, anche in fase di allestimento, Anpi aveva invitato i curatori a rimarcare il fatto che «in questa fase il dittatore è stato totalmente nelle mani della Germania nazista, diretto e controllato dal regime hitleriano. Di questo aspetto - afferma l’Anpi - nell’insieme della sezione non c’è rilevanza visiva e nei testi compare solo come dato di circostanze generiche. Questo è un rilievo storico forte».

Lettura storica

Per l’Anpi si «derubrica la manovra di geopolitica di Hitler con la storiella del duce degli italiani che elargisce carezze ai federali commossi e baci alle bandiere». Insomma, l’Anpi si augurava una rappresentazione diversa della Rsi, «che era emanazione del potere nazista, mentre questa sudditanza della Rsi al Reich non emerge». Bellini cita, non a caso, il giornalista Aldo Cazzullo, che nel suo ultimo libro «Mussolini il capobanda», scrive: «Noi italiani dovremmo vergognarci del fascismo. Vergognarci di averlo inventato, di averlo esportato, di ammantarlo ancora di eroismo». Ne parlerà lo stesso Cazzullo, con l’attore Moni Ovadia, nello spettacolo dal titolo inequivocabile «Il duce delinquente», che le sezioni Anpi di Brescia e del Garda metteranno in scena giovedì 12 ottobre alle 20.30 proprio a Salò, nell’auditorium del Battisti (biglietti a 15 euro su eventribe.it).

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