Garda

Mistero nel bosco, ma è una super caccia al tesoro

Allarme per il ritrovamento di una provetta attaccata ad un albero. Poi la scoperta: è solo un gioco, si tratta del geocaching.
La capsula della caccia al tesoro... gps
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Una provetta nel bosco. Movimenti sospetti. L'allarme che inizia a circolare. E con esso il timore che si tratti di materiale tossico, finché non si mobilita la policia. 

E' accaduto domenica sera, a Prevalle, vicino alla Gavardina. Dopo la segnalazione di un cittadino, che parla di movimenti sospetti nel bosco. Nel buio, il comandante della Polizia locale, Maurizio Goffi insieme al suo vice, Adolfo Vespignani e ad un agente scoprono un sottile tubo di plastica agganciato alla corteccia di un albero, con la scritta «Logbook», e un marchio poco leggibile.

Temendo che si tratti di materiale tossico, gli agenti controllano con cautela quella che, a prima vista, sembra una semplice provetta da laboratorio. All’interno vi trovano un libricino arrotolato con date, sigle e nomi, in prevalenza stranieri, scritto da mani diverse. Il mistero si infittisce. 

A dare una mano a risolvere l’enigma è però Paolo Catterina, a lungo sindaco del paese: decifrando una delle scritte sulla provetta salta fuori il nome di un sito internet. Bastano pochi clic e salta fuori che a lasciare il misteorio oggetto nel bosco sono stati, semplicemente, i partecipanti a una particolare caccia al tesoro.

Si tratta del geocaching, una variante del gioco classico, nata negli Usa alcuni anni fa e poi diffusasi in tutto il mondo. I partecipanti, detti geocacher, usano un ricevitore Gps per nascondere o trovare i cache, contenitori di diverse tipologie e dimensioni. Quello individuato a Prevalle altro non era che uno di questi cache e il carnet rinvenuto al suo interno il logbook, ovvero il «taccuino» che attesta autori e tempi della scoperta.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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