Garda

L’oro giallo diventa un «cult» di Masterchef

La farina «che sa di biscotto» conquista giudici e concorrenti del cooking show
AA

La farina del mulino a Masterchef, e Facebook si scatena. Giovedì sera attimi di grande euforia tra i bedizzolesi davanti alla tv: poco dopo le 21.30, sullo schermo appare Stefano Ambrogio, a presentare «la sua grandiosa farina». Accanto ai giudici di Masterchef ne racconta caratteristiche e peculiarità.

La farina «made in Bedizzole» è uno dei tre ingredienti d’eccellenza selezionati dalla produzione del programma per l’invention test della decima puntata: i concorrenti in gara ne possono scegliere solo uno, tra il caviale di lumache siciliano, il lingotto di vicciola piemontese e, appunto, l’oro bedizzolese.

La scelta cade sul caviale, ma poco importa. La farina gialla di Stefano Ambrogio, che per altro è pure prodotto De.Co., ha avuto i suoi meritati minuti di notorietà. Notorietà che si è trasformata in euforia per il popolo del web: la pagina Facebook dedicata a Bedizzole è stata invasa da commenti. Orgoglio ed emozione: la «nostra farina è in onda nel programma cult di Sky Uno».

Ma se per qualcuno vedere Ambrogio sullo schermo non è che un attestato di qualità per un prodotto che ben conosce, per altri è una rivelazione: alcuni non sapevano che all’antico mulino appena prima del ponte sul Chiese davvero si producesse ancora, la farina.

Stefano Ambrogio spiega tutto: «È la farina di una volta, ottenuta macinando a pietra granella di mais integrale selezionato nel rispetto della radicata tradizione molitoria bresciana». Una farina che «sa di biscotto», prodotta con granoturco di frattura vitrea: con meno amido e più proteine rispetto alle varietà comunemente utilizzate. Poi, la tecnica di coltivazione e la selezione del mais.

Le varietà seminate dai soci della cooperativa che produce questo particolare tipo di farina sono acquisite anche tramite un’attenta ricerca dei mais locali: «Spesso - spiega Ambrogio - si seminano, per provarli, pochi grani, tipici di antiche coltivazioni salvaguardate e tramandate dagli agricoltori autoctoni». La coltivazione adottata non prevede l’uso di acqua di irrigazione, scelta legata all’obiettivo di recuperare terre marginali del comprensorio. Il tutto si riassume nella filosofia della cooperativa «Farine tipiche del lago di Garda»: la difesa del territorio e il recupero di zone produttive abbandonate.

Un prodotto di nicchia che si può acquistare direttamente al mulino o in alcune selezionate botteghe e che la produzione di Masterchef ha scelto tra oltre 300 prodotti italiani. «È stata una bella esperienza - commenta Ambrogio -, sono stati tutti molto professionali e affabili, soprattutto i giudici».

Alice Scalfi

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia