Garda

La parrocchiale di Nuvolera ritrova l’orologio dimenticato

I lavori di restauro sul campanile hanno riportato alla luce un quadrante
La scoperta: il quadrante rimasto a lungo «nascosto» dall’intonaco - Foto © www.giornaledibrescia.it
La scoperta: il quadrante rimasto a lungo «nascosto» dall’intonaco - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Torna alla luce l’orologio dimenticato. Una scoperta straordinaria, e del tutto inattesa, quella che hanno fatto nei giorni scorsi i restauratori del campanile della parrocchiale di Nuvolera.

Leonardo Gatti e il suo staff, al lavoro per un’importante operazione di consolidamento della torre, hanno individuato e recuperato - sul lato nord dell’edificio - un antico orologio di cui si era perduta ogni traccia. Il quadrante, nascosto sotto un denso strato di intonaco, era infatti diventato «invisibile». Un’invisibilità a cui aveva concorso pure l’innalzamento della chiesa, realizzato in passato, e che di fatto impediva da terra la visuale di quel punto.

«L’esistenza dell’orologio è stata una sorpresa anche per noi - confessano i restauratori. -. Abbiamo proceduto con un intervento meticoloso a rimuovere completamente il velo d’intonaco, così da riportare alla luce le quattro grandi pietre che compongono il quadrante. Benché purtroppo non vi siano più né le lancette né il meccanismo, la scoperta costituisce comunque un evento di assoluto rilievo a livello storico e culturale, per Nuvolera e non solo».

Il ritrovamento si è verificato, come abbiamo detto, nell’ambito dei lavori di restauro e stabilizzazione della torre campanaria della chiesa maggiore, lavori promossi alcuni anni orsono dall’allora parroco, don Luciano Salvi, e proseguiti oggi sotto il suo successore, don Angelo Perlato. L’operazione, diretta dall’architetto Giuseppe Maioli e parzialmente finanziata da una donazione di Fondazione della Comunità Bresciana, ha come obiettivo principale la messa in sicurezza della struttura, da ottenersi mediante il fissaggio e il consolidamento delle murature, nonché la ripulitura dagli arbusti e dai licheni che avevano ormai «invaso» in più punti il campanile, provocando anche, in qualche caso, la caduta di pietre. Un intervento, insomma, assolutamente necessario e non più procrastinabile.

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