La guerra infinita degli scarabocchi fascisti

Quei simboli fascisti scarabocchiati all’ingresso del paese hanno stancato. «Abbiamo ripulito il muro del campo sportivo almeno venti volte - sbotta il sindaco di Bedizzole Giovanni Cottini -, ma non c’è verso: la mattina dopo è di nuovo imbrattato».
Mani e mani di vernice bianca non servono a fermarli, tutt’altro: è come se venisse preparata loro una pagina bianca, pronta da vergare di nuovo. Questa volta sul muro è comparso un testo che inneggia a un esponente del neofascismo italiano, con due simboli: quello di Ordine Nuovo e quello imposto allo Stato dal fascismo nel 1927.
Anche la federazione provinciale del Partito socialista italiano ha detto la sua, in una lettera indirizzata oltre che a Cottini, al Prefetto: «La pubblica esposizione di simboli usati dal partito fascista si configura come reato - si legge nella missiva in questione - e la tolleranza verso tali comportamenti da parte di pubbliche amministrazioni è inaccettabile».
Per il sindaco di Bedizzole, però, «non si tratta di essere tolleranti: consideriamo inqualificabili le scritte e delinquente chi le fa: non facciamo in tempo a pulire il muro che subito è sporco. Abbiamo ricevuto anche un invito dal Prefetto, che rispetteremo quanto prima. Ma quel che vogliamo veramente è identificare il colpevole e bloccarlo una volta per tutte».
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