La dedica di ritorno finì sull'album di Guccini

«Un po' di buona musica ci vuole sempre». Mostra la copertina di un vinile d'antan, Giovannino Sala. C'è tanto di dedica sottoscritta da Francesco Guccini. Non aggiunge altro. Riservato al punto da lasciare al cronista il gusto della sorpresa che fa seguito a doverosa curiosità professionale e alla «soffiata» complice dell'amico del cuore. Ovviamente il long playing in questione è di Francesco Guccini, che con il nostro naturalista condivide le radici della piccola patria emiliana. Modenese come lui. Per giunta, suo autore e cantante preferito.
Il resto ce lo mettono, a chiudere il cerchio, la musica del cantautore della locomotiva e di mille altre storie di vita e la passione dell'entomologo per l'universo delle farfalle. Corre l'anno di grazia 1992 quando Giovanni Sala, durante una delle sue trasferte in montagna, scova e individua una nuova farfalla durante una «battuta» nell'Appennino tosco-emiliano. Dedica la scoperta al cantautore che più apprezza.
«Per gratitudine» chiama la farfalla Parnassius mnemosyne guccinii. Per riconoscenza, quella farfalla dalle ali bianche punteggiate qua e là di nero finisce sulla copertina del disco. È il sedicesimo album di Guccini, uscito l'anno successivo, che viene intitolato Parnassius Guccinii. Dedica di ritorno. Segno di affetto. Questione di feeling.
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