La 73enne «Emi», dalle Olimpiadi ad allenatrice

La sua passione per la scherma è rimasta nascosta fino a sedici anni, ma lei, Giulia Lorenzoni, virlese «doc», in pochi mesi ha stracciato le colleghe più titolate e preparate. Quella di «Emi», così la chiamano in paese, è una storia dedicata al fioretto, a quella disciplina che nel lontano 1957 è entrata nella sua giovane vita, come un vero colpo di fulmine, portandola a prendere parte a tre olimpiadi, a nove campionati mondiali, a vincere 4 campionati italiani individuali e 2 a squadre, oltre a un innumerevole quantità di gare nazionali e internazionali.
È la stessa Emi, oggi 73 anni da far invidia a chiunque, che ripercorre quei tempi con un entusiasmo e una grinta che la dice lunga sulla sua carriera da fiorettista di prima classe. «Da piccola - racconta la Lorenzoni - giocavo con gli amici maschi, possibilmente a spade che costruivo io. Le bambole non hanno mai fatto per me. Ero quella che comunemente definivano un maschiaccio. Mai avrei immaginato che di lì a poco avrei scoperto la scherma».
Emi ha scoperto questo sport grazie alla sorella Maria Luisa. «Un giorno - racconta - Maria Luisa mi disse che una sua allieva tirava di scherma. La curiosità fu immediata». La giovane Emi disse al padre che voleva provare a praticare quello sport a lei totalmente sconosciuto. Detto fatto, il padre la portò alla «Forza e Costanza». Da quel momento la sua vita cambiò. Lei che le spade di legno o cartone le aveva usate solo per gioco, con il fioretto in mano nell’arco di sette mesi portò a casa la sua prima vittoria in un campionato regionale nella categoria allievi.
Gli anni successivi li passò allenandosi. Dal ’65 al ’76 fece parte della nazionale. Ottenne grandi risultati ai mondiali: un bronzo a Parigi, il quarto posto ad Ankara e a Montreal con un settimo posto che la lancia verso la sua prima olimpiade di Città del Messico nel ’68 con un quarto posto a squadre. Ma la carriera di quella stupenda, trascinatrice e generosa atleta che è stata la Lorenzoni, prosegue con altre due olimpiadi nel ’72 a Monaco, dove arriva alle semifinali (con amarezza) e nel ’76 a Montreal sempre in semifinale. Nel mezzo ancora tanti e importanti premi nazionali e internazionali. Sempre nel ’76 vince il campionato italiano di fioretto e si ritira dall’agonismo. Da allora si è dedicata all’insegnamento (oggi nella società milanese «Giardino»).
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