Garda

Il Po ha sete e chiede acqua. Il Garda dice no

Dalla Comunità del Garda parere negativo all'aumento del deflusso. Deciderà l'Aipo
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Il Po ha sete e chiede acqua, ma il Garda non ci sta. Caldo e siccità stanno condizionando fortemente i livelli idrometrici dei fiumi e dei laghi, soprattutto in Lombardia, dove si profila una nuova guerra sull’utilizzo della preziosa risorsa idrica.

In questi giorni il Po è in secca e presenta livelli molto vicini a quelli del 2003, l’estate dei record. Per questo l’Autorità di bacino del fiume Po, ente che gestisce il bacino idrografico del corso d’acqua, ieri ha chiesto di aumentare il deflusso dal Garda del 10%, ovvero dagli attuali 80 metri cubi d’acqua al secondo ad 88 mc/s. La richiesta è stata indirizzata all’Aipo, l’Autorità interregionale per il fiume Po, ente strumentale di quattro Regioni (Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto) che è di fatto il «regolatore» del maggiore bacino idrografico italiano, che comprende anche il Garda. 

A tale richiesta si oppone però la Comunità del Garda, il cui parere, pur non essendo vincolante, non può non essere tenuto in considerazione. «Anche il lago - spiega Lucio Ceresa, segretario generale della Comunità - è in sofferenza, pur non trovandosi ancora in una situazione di allarme. Oggi (ieri per chi legge, ndr) il lago misura 80 centimetri sullo zero idrometrico di Peschiera, ben 50 in meno rispetto al 2014. Un livello non preoccupante, ma abbiamo ancora tutto agosto davanti e le previsioni non annunciano precipitazioni importanti».
 

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