Garda

Il «barbér de San Martì» compie 70 anni di bottega

Con il paese, Elio Binatti ha celebrato il traguardo insieme a tanti amici. L’inizio all’età di sette anni.
Elio Binatti all'opera con i ferri del mestiere - © www.giornaledibrescia.it
Elio Binatti all'opera con i ferri del mestiere - © www.giornaledibrescia.it
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Gran festa per «el barbér de San Martì», che ha tagliato il traguardo dei 70 anni di attività e continua a fare il «mestiere più bello del mondo». Una vita trascorsa in quel triangolo magico che è via Unità d’Italia, a San Martino, Elio Binatti è un pilastro della comunità: 77 anni, è socio fondatore e consigliere a vita del Gruppo sportivo San Martino, per gli altri ha fatto e continua a fare tanto, e gli altri fanno tanto per lui. Un legame, quello con la sua gente, emerso in tutta la sua forza nella grande festa che Binatti ha organizzato per celebrare il 70°: presenti almeno 400 persone.

E non a caso si diceva del «triangolo magico»: in via Unità d’Italia Elio ha conosciuto l’amore della sua vita e ha aperto il suo primo negozio, proprio dirimpetto al Salone 2000 che oggi è di figlia, Chiara, e nipote, Max, e in cui lui è «collaboratore familiare». «A sette anni i miei genitori mi hanno mandato a bottega: erano agricoltori e non ci pensavo proprio di andare a pascolare le mucche». All’inizio teneva pulito il negozio, poi, a 10 anni, ha tagliato la sua prima barba «al maestro Francesconi di Desenzano, il quale se l’è fatta tagliare ancora, quindi non ho fatto un lavoro così cattivo».

A 18 anni si mette in proprio, apre il suo negozietto in un garage adibito a tale uso e lì rimane fino al 1966, quando si trasferisce nel salone (e nella casa) dall’altra parte della strada che nel frattempo e con fatica era riuscito a costruire: «Si lavorava sempre: il lunedì, per riposarmi, andavo a fare barba e capelli alle carceri militari, dai Rogazionisti e dagli Antoniani, al convitto comunale e pure alla Scuola di Polizia».

Riconosciuto Maestro d’arte nel 1974, è barbiere e «confessore, ma le assoluzioni le danno i preti: io ascolto volentieri, e mi piace quando qualche cliente vuole ragionare con me». Da questa passione per il «libero filosofeggiare» è pure nato un libro, in occasione del 50° di attività, che è servito per sostenere il progetto di un ospedale in Sierra Leone: «Ho avuto due grandi fortune della mia vita: conoscere mia moglie, che purtroppo non c’è più da 29 anni, e l’aver costruito con lei la mia bellissima famiglia. Un po’ di questa fortuna mi piace trasmetterla agli altri facendo qualcosa per loro».

Attivo per sostenere progetti in Africa, ma pure in paese, «faccio un po’ di volontariato tagliando i capelli gratis a domicilio e pure ai ricoveri, all’ospedale». Dalla poltrona, Elio ha visto cambiare la società: «Un tempo erano i giovani che dovevano inserirsi nel mondo degli adulti, oggi siamo noi anziani a dover entrare nel loro mondo. Ed è difficilissimo».

 

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