Garda

I pescatori del Garda: «Serve la deroga per il coregone, altrimenti la pesca chiude»

I professionisti del settore hanno manifestato contro lo stop al ripopolamento. La Comunità del Garda punta alla gestione diretta delle acque
La protesta dei pescatori a Salò per chiedere il ripopolamento del coregone
La protesta dei pescatori a Salò per chiedere il ripopolamento del coregone
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«Se le cose non cambiano, questa sarà l’ultima generazione di pescatori». L’allarme è lanciato da Filippo Gavazzoni, vicepresidente della Comunità del Garda, che ieri a Salò era al fianco dei pescatori professionisti che protestavano contro lo stop al ripopolamento del coregone, specie che sul Garda rappresenta il 70% del pescato ed è fonte di reddito per un centinaio di famiglie.

I pescatori chiedono una deroga al divieto di semina degli avannotti di coregone imposto nel 2021 dal Ministero dell’ambiente in quanto specie alloctona che, sostiene Ispra, minaccia il carpione, che invece è autoctono. In attesa di studi che dicano con certezza se vi sia o meno competizione alimentare tra le due specie, il territorio chiede una deroga, come è stato fatto per Iseo e Como.

«Il coregone - dice Simone Bocchio, pescatore di Manerba - è un pesce europeo. Assurdo vietarne il ripopolamento». Per l’agronomo Gabriele Zola, «esistono specie autoctone e alloctone, ma anche specie naturalizzate, che si sono adattate all’ambiente in cui sono state immesse. Carpione e coregone - dice Zola - hanno diete diverse, non sono nello stesso anello della catena alimentare». Ma forse questo non vale per gli avannotti di carpione e coregone: tutti si nutrono di plancton. Umberto Broglia, grossista di pesce, rileva con preoccupazione: «Il pescato di coregone è già calato del 60-70%. Serve la deroga».

Se la ripresa dei ripopolamenti è la richiesta immediata, il territorio ragiona anche a lungo termine e punta alla gestione diretta delle acque per ciò che attiene alla pesca. «La Comunità del Garda - dice Gavazzoni - è pronta a gestire le licenze, oggi rilasciate con modi e costi diversi da Lombardia, Veneto e Trentino, e ad investire gli introiti in ripopolamenti, studi e incubatoi per ricostruire quella base di biodiversità che per secoli ha garantito la sopravvivenza della pesca».

A Salò, al fianco dei pescatori, c’erano anche il referente di Confesercenti Andrea Maggioni, le delegate della presidente della Comunità Mariastella Gelmini (bloccata a casa dal Covid), on. Annalisa Baroni e Patrizia Avanzini, il segretario Lucio Ceresa e il deputato di Azione Fabrizio Benzoni.

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