Garda

Era immigrata ora Basma Bouzid è cavaliere della Repubblica

Nata in Tunisia, regge il comando della Locale. Mattarella ha firmato il decreto
Basma Bouzid, esempio d’integrazione - Foto © www.giornaledibrescia.it
Basma Bouzid, esempio d’integrazione - Foto © www.giornaledibrescia.it
AA

Sono tre i cavalieri della Repubblica a Gargnano. Calogero Abruzzo, al comando dei carabinieri, l’ex sindaco Gianfranco Scarpetta in procinto di dar battaglia alle prossime elezioni e, per ultima in ordine di nomina, Basma Bouzid che dal 2009 lavora e oggi regge il comando della polizia locale.

Il 2 giugno il presidente della Repubblica ha firmato il decreto che nomina Basma Bouzid, nata in Tunisia, ma in Italia da quando era ragazzina, cavaliere della Repubblica italiana per merito. La cerimonia si terrà in prefettura entro fine anno. Soddisfatta, il neo cavaliere, rimarca con vezzo femminile: «A Gargnano siamo in tre, ma io sono la più giovane».

Un premio per una donna giunta in Italia come immigrata nel 2002 e che con sacrifici e impegno ha saputo destreggiarsi e affermarsi. Nel 2009 l’arrivo a Gargnano avendo vinto il concorso per un posto alla polizia locale. Inizialmente era «la vigilessa marocchina che multava tutti».

Ha saputo farsi valere, combattere le discriminazioni, dimostrare che la legge era uguale per tutti. E grazie a capacità e doti umane, aiutando chi ha bisogno, Basma che ti fulmina con uno sguardo ed è capace di stemperare la tensione con un sorriso, tra non poche difficoltà e resistenze, ha conquistato terreno.

Perito per la Procura, dedica le ore libere nel Comune di Magasa «dove ho installato telecamere per la sicurezza e lavoro gratuitamente» e per la Fabi che opera nel campo dell’integrazione degli immigrati.

«Sociale, ma anche politica - dice - affinché ci sia integrazione per gli immigrati e i loro figli, ma soprattutto per le donne». Di recente Basma Bouzid è stata intervistata da Al Jazeera e dal più letto quotidiano tunisino.

«Ho parlato di integrazione, del ruolo della donna musulmana in Italia» - ricorda -. Io sono musulmana, mio marito cristiano, non mi è stato possibile battezzare mia figlia». Lei comunque è un esempio di integrazione, come ha ribadito Dounia Ettaib presidente dell’Associazione donne arabe in Italia.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia