Garda

Ecco il Parlaggio: dopo un secolo il sogno del Vate è realtà

Fu lui a scegliere il luogo per il suo «perfettissimo teatro», da cui si ammirano l’Isola del Garda, il Baldo, Sirmione e la Rocca di Manerba
VITTORIALE: UN "PERFETTISSIMO TEATRO"
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Il teatro all’aperto del Vittoriale, il Parlaggio come lo battezzò d’Annunzio, è completato. Un sogno che il Vate aveva coltivato a lungo e che si realizza a distanza di quasi un secolo da quando, era il 27 gennaio 1921, il Comandante arrivò a Gardone Riviera. Fu lui a scegliere il luogo per il suo «perfettissimo teatro»: un punto panoramico del parco, da cui si ammirano l’Isola del Garda, il Baldo, Sirmione e, soprattutto, la Rocca di Manerba con il profilo del sommo poeta Dante.

«Sono solo due - dice il presidente Giordano Bruno Guerri - i sogni che d’Annunzio non riuscì a realizzare. Portare in Italia la rivoluzione democratica e libertaria di Fiume e terminare il teatro». Nel 1931 il Vate - che già sul finire dell’Ottocento cominciò a vagheggiare, dandone ripetuti annunci alla stampa, la costruzione di un grandioso teatro all’aperto - affidò l’opera all’architetto del Vittoriale, Gian Carlo Maroni, che disegnò una struttura stabile sul modello antico a emiciclo, con un palco a cui fa da quinta la bellezza del Garda.

  • L'inaugurazione del teatro all’aperto del Vittoriale
    L'inaugurazione del teatro all’aperto del Vittoriale
  • L'inaugurazione del teatro all’aperto del Vittoriale
    L'inaugurazione del teatro all’aperto del Vittoriale
  • L'inaugurazione del teatro all’aperto del Vittoriale
    L'inaugurazione del teatro all’aperto del Vittoriale
  • L'inaugurazione del teatro all’aperto del Vittoriale
    L'inaugurazione del teatro all’aperto del Vittoriale
  • L'inaugurazione del teatro all’aperto del Vittoriale
    L'inaugurazione del teatro all’aperto del Vittoriale
  • L'inaugurazione del teatro all’aperto del Vittoriale
    L'inaugurazione del teatro all’aperto del Vittoriale
  • L'inaugurazione del teatro all’aperto del Vittoriale
    L'inaugurazione del teatro all’aperto del Vittoriale

Il progetto prevedeva che i materiali della modernità, come il cemento armato, fossero rivestiti da lastre di marmo rosso di Verona. I lavori iniziano nel ’35 con lo sbancamento della collina, ma nel ’38 d’Annunzio muore senza vedere realizzato il suo sogno. Ripresi per volontà della Fondazione vent’anni dopo, nel ’52, i lavori terminarono l’anno dopo. Ma la struttura rimase inconclusa, con la pavimentazione di gradinate e platea in cemento grezzo, senza la copertura - costosissima - voluta dal Vate. Il teatro rimase così per mancanza di fondi.

Lo scorso settembre un contributo di 500 mila euro della Regione ha reso realizzabile il progetto originario. Altri 500 mila sono stati prestati a tasso zero dalla Banca Valsabbina e il resto è stato saldato dal Vittoriale. L’opera, realizzata da Margaf Spa, era pronta per l’inaugurazione il 12 marzo, compleanno di d’Annunzio, ma il taglio del nastro è stato rinviato per l’emergenza Covid.

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