Garda

Domenica degli innesti alle «Rose rifiorentissime»

Quinta edizione della distribuzione gratuita di gemme di antichi alberi da frutto bresciani nell'azienda di Mazzano .
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Francesco Trotti ha salvato una specie dall'estinzione. Non già - come verrebbe da pensare parlando di estinzione - una specie animale, bensì una varietà tradizionale di mele.
Francesco Trotti è un appassionato pomologo edolese, e due anni fa ha conosciuto Roberto Rizzonelli dell'azienda Rose Rifiorentissime di Mazzano. L'azienda domenica 24 febbraio dalle 10 alle 19 riproporrà la «domenica degli innesti».

Si tratta dell'ormai consueto appuntamento - questa è la quinta edizione - con la distribuzione gratuita di gemme di antichi alberi da frutto bresciani, tra i quali, appunto, le gemme del melo di Francesco Trotti. L'ingresso alla manifestazione è libero. L'azienda gestita da Roberto Rizzonelli e dalla moglie Adriana Balzi si trova in via Portesi 23 a Ciliverghe, di fronte al cimitero (info: 339.1038193).

Rizzonelli e la moglie sono più che «semplici» titolari di un'azienda agricola. Sono veri e propri ricercatori di frutti antichi bresciani, di varietà da salvare dall'oblio del tempo e della grande distribuzione.
All'inizio della loro attività di recupero, nel 2003, hanno ricostruito il «catalogo dei frutti antichi bresciani», un elenco che conta ben 160 varietà. Che domenica potranno prendere le diverse strade della Provincia con la distribuzione gratuita ai visitatori delle gemme, con tanto di corso di dimostrazione pratica in loco dedicato alla tecnica dell'innesto.
Una delle star «pomologiche» di domenica sarà il già citato Francesco Trotti. Roberto Rizzonelli racconta che l'appuntamento con Francesco - classe 1928 - era fissato per le 8, dinanzi alla Chiesa di Edolo.

Trotti era lì, arzillo e prontissimo, in tenuta da lavoro per accompagnare il ricercatore nel frutteto, orgoglioso di concedergli le gemme delle sue mele. Mica mele qualsiasi. Tra le varietà riprodotte da Trotti si annoverano le mele San Pietro rosso - di dimensioni medie, peso di 175 grammi circa, buccia rosso vivo e polpa bianca -, il Pom Söka, una mela definita «zucca» per le sue consistenti dimensioni, ritrovata a Pozzuolo, in Valcamonica, a mille metri di altitudine.

E, ancora, si potranno assaggiare - dopo adeguato innesto - il Pom Coral e il Pom Costa, il primo tondeggiante e caratterizzato da polpa soda e croccante, mentre il secondo risulta particolarmente apprezzabile per il suo sapore, dolce con un accattivante retrogusto acidulo.
Ma queste sono solo alcune delle varietà che saranno distribuite domenica. Tutte - pur nelle caratterizzazioni che le contraddistinguono - accomunate da alcune peculiarità.
Innanzitutto la notevole resistenza alle malattie (non è pertanto richiesto l'ausilio di trattamenti chimici), la facilità di coltivazione data l'assenza di lavorazioni particolari - a parte una potatura ben eseguita - e, non ultima, la serbevolezza, ossia l'altissimo potenziale di conservazione che può raggiungere i 6-7 mesi con una media tra i 150 e i 180 giorni.

Già dalla prossima primavera, quindi, ci si potrà cimentare nella coltivazione in autonomia di fichi, pere, mele, ciliegie, albicocche e uva tradizionali bresciani. Come il «pirulì de San Piero» di cui sono state recuperate tre varietà - una nella zona di Nuvolera, l'altra a Calvisano un'altra ancora sul lago di Garda -, sostanzialmente identiche organoletticamente ma differenti per forma, aspetto o picciolo.
C'è poi il «Fic le zie», mutazione naturale del noto «Fic de la gossa»; il fico «de la gossa» matura soltanto dal 5 al 30 agosto, mentre il «Le zie» - conservatosi nella zona del Garda - prosegue anche a settembre.
La meritoria iniziativa ogni anno raccoglie consensi, poiché gli appassionati col «pollice verde» sono davvero numerosi.
Raffaella Mora

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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