Garda

D'Annunzio e la Gioconda, enigmi svelati

I Ris hanno risposto all'invito del Vittoriale di Gardone e in laboratorio hanno letto tutto ciò che il poeta cancellò.
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Caso risolto. Gli esperti del Ris di Cagliari hanno svelato l'enigma de La Gioconda. Un vero e proprio giallo letterario, sul quale ha voluto far luce il vulcanico presidente del Vittoriale degli Italiani, Giordano Bruno Guerri, che lo scorso maggio si era rivolto agli uomini dell'Arma in camice bianco con l'ambizioso obiettivo di leggere le parole nascoste sotto le pesanti cancellature operate da d'Annunzio sul tormentato manoscritto della tragedia scritta nel 1899. Le carte autografe conservate negli archivi del Vittoriale presentano infatti numerosissime correzioni e pesanti sovrascritture.


Una singolarità che è caratteristica quasi esclusiva de La Gioconda, visto che d'Annunzio era solito apportare correzioni tracciando un semplice tratto di penna sulle parole depennate.
Su quelle parole mancanti, frammenti d'opera considerati fondamentali per una corretta analisi filologica del testo, ma impossibili da decifrare a occhio nudo o con i comuni strumenti di laboratorio, si arrovellavano gli studiosi. Un vero e proprio thriller letterario, insomma, che ora è stato decifrato con l'utilizzo delle più moderne tecnologie investigative, che hanno permesso di svelare, nel corso di un lavoro durato tre mesi e condotto dai Ris con la supervisione della prof.ssa Maria Giovanna Sanjust e del dott. Andrea Quarta dell'Università di Cagliari, tutto quello che d'Annunzio avrebbe voluto tenere nascosto. Per il piacere di filologi e studiosi, per i quali si aprono di fatto nuove prospettive nell'esegesi del manoscritto.

Ieri mattina, nella sede del Ris di Roma, il generale di brigata Enrico Cataldi, comandante del Racis, e il presidente Guerri hanno presentato i risultati del «Progetto Gioconda», finalizzato alla pubblicazione dell'edizione critica del testo. «Il lavoro del Ris - commenta Guerri - ha dato ottimi risultati, andando ben oltre le aspettative iniziali. Nuovi strumenti, dunque, si mettono a disposizione di filologi e studiosi che vogliono risalire alle fonti originali del testo dannunziano. È un progetto pionieristico applicato allo studio del poeta, che fu lui stesso innovatore e precursore in tutti i campi d'azione nei quali si adoperò: dalla letteratura al volo, dalla comunicazione mediatica alla pubblicità».


Per Guerri è «pioneristica l'idea di mettere al servizio della cultura italiana le eccellenze del Paese, dando vita ad una virtuosa sinergia fra le istituzioni dell'Arma, del Vittoriale e dell'Università di Cagliari». È la prima volta che queste tecnologie, in passato usate per analizzare tele di importanti pittori, sono applicate agli studi filologici.
«In un momento in cui l'Italia è abbattuta per gli spread - conclude Giordano Bruno Guerri - anche questo è un segnale di ripartenza che viene dalla cultura».


Nel corso della presentazione sono intervenuti anche il tenente colonnello Giovanni Delogu e il capitano Pietro Coli, rispettivamente comandante e responsabile della Sezione impronte balistiche e grafica dei Ris di Cagliari, e la prof.ssa Annamaria Andreoli, studiosa di D'Annunzio, già presidente del Vittoriale e curatrice per Mondadori della pubblicazione dell'opera omnia di d'Annunzio.

Simone Bottura

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