Garda

Circuito del Garda, nel 1921 sbarca sul lago la sagra dei motori

Il 3 e 4 luglio si ricordano i 100 anni della corsa che consacrò Brescia come «capitale della velocità»
Le Bugatti dei piloti Costantini e Silvani  alla partenza del Circuito del Garda il 22 maggio 1921
Le Bugatti dei piloti Costantini e Silvani alla partenza del Circuito del Garda il 22 maggio 1921
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Brescia scopre la passione per i motori e la modernità ben prima che il futurismo la proclami sua parola d’ordine. Città culla della siderurgia, terra privilegiata della lavorazione dei metalli, assiste col tempo al fiorire di una molteplicità di imprese che si specializzano anche nella meccanica. È nel motorismo che la Leonessa d’Italia esercita sin dalla fine dell’800 la sfida della modernità in maniera più spiccata. Si producono macchine. Si aprono concessionarie. Si allestiscono prototipi di autovetture.

Fatta salva la «grande pausa» del primo conflitto mondiale, Brescia è alla ribalta internazionale con circuiti aerei, esibizioni idro-aviatorie e gare automobilistiche. Tra quest’ultime, organizzate nel primo dopoguerra, approfondiamo oggi il Circuito del Garda di cui si celebrerà il 3 e il 4 luglio prossimi il centenario.

È il maggio 1921 e la Stazione climatica di Gardone Riviera - la società che «con indefessa opera di organizzazione dà incremento al movimento forestiero sul Garda» - appronta per la domenica 22 dello stesso mese una «corsa per vetturette e vetture leggere». Lusinghiero e grandioso - si legge nella cronaca del tempo - il successo delle iscrizioni. Ben ventotto le automobili registrate, provenienti da tre nazioni differenti, e che - ridotte al novero di venti - si contenderanno il podio nelle due categorie di 1.500 e 2.000 cmc di cilindrata sul «piccolo circuito» Salò, Cunettone, Tormini, Salò, ripetuto 16 volte per un totale di circa 200 km.

Maria Avanzo: la futuristica copertina della sua autobiografia
Maria Avanzo: la futuristica copertina della sua autobiografia

Sono presenti tutti i nomi più belli del mondo automobilistico di allora, «animati dal più forte spirito combattivo». In un mondo agonistico fortemente maschile spicca un’unica donna: Maria Avanzo. Pur essendo ben «nota alle folle sportive», fatica ad essere accettata nelle vesti di figura sportiva femminile. Il suo nome non a caso viene rivoltato al maschile. Nell’elenco ufficiale pubblicato il 21 maggio risulta che il partecipante è Mario (D’Avanzo).

L’ente organizzatore cura scrupolosamente ogni particolare. La strada è «preparata col cloruro di calcio e catramata per la soppressione della polvere». Le curve sono sistemate. Rifatto è l’acciottolato a Salò e Campoverde. Sono collocati dei «box lungo il percorso per la stampa, i cronometristi e il telefono». È istituita un’apposita linea telefonica per allacciare i quattro posti di soccorso distribuiti sulla pista. Imponente è la tribuna, capace di mille posti a sedere allestita all’arrivo appena fuori Salò sulla discesa dei Tormini. Di fronte si staglia un grande quadro su cui si segneranno per ciascun concorrente i tempi totalizzati giro per giro e il numero dei giri compiuti. Nel recinto della tribuna funzionerà, oltre al ristorante, anche il «totalizzatore con giocate sui vincitori e sui piazzati di ciascuna categoria».

In occasione del circuito la direzione delle tramvie provinciali dispone, in aggiunta ai treni ordinari, delle corse straordinarie, di cui la prima - per i tifosi più impazienti - partirà dalla cittadina Porta Stazione il mattino alle ore 4.56. Un treno speciale è organizzato dall’Unione Sportiva Leonessa d’Italia, i cui soci partecipanti saranno muniti di bracciali di riconoscimento distribuiti al momento dell’iscrizione alla sede sociale sita in via Aleardo Aleardi al civico 12.

L’arte della réclame: il manifesto per la VII edizione del Circuito (1927)
L’arte della réclame: il manifesto per la VII edizione del Circuito (1927)

È una manifestazione attesa dal mondo automobilistico per un «merito non comune: dare nuovo impulso alla costruzione e alla divulgazione di macchine pratiche ed economiche mediante la dimostrazione dei risultati che possono conseguire».

A ciò si aggiungano altri due meriti. Il primo relativo all’organizzazione puntuale dell’evento, «assai diversa» da quella delle «prove del passato che fanno più male che bene alla propaganda degli sports a motore», chiosa un giornalista di allora. Il secondo plauso risiede nel «far conoscere ed amare un lembo d’Italia a troppi ignoto e in cui la natura sembra aver voluto accogliere ogni suo più variato e seducente fascino di bellezza». È proprio la «tinta bluasiva a larghe strisce lucenti» del lago la cornice ideale dello svolgimento della prova automobilistica.

I vincitori sono Eugenio Silvani con una Bugatti per la cat. 1.500 cmc (alla media oraria di 70 km) e Corrado Lotti con una Ansaldo per la cat. 2.000 cmc (alla media oraria di 63 km) premiati entrambi con un «oggetto d’arte del valore di lire 3.000». È tutto il team ad essere festeggiato. I meccanici hanno il riconoscimento di 1.000 lire.

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