Garda

Ciclovia del Garda, a Desenzano il nodo del parco del laghetto

Il consigliere comunale Spiller si interroga la fruibilità della pista: «Ad oggi qui le biciclette sono vietate»
Il passaggio della pista ciclabile oggetto di discussione
Il passaggio della pista ciclabile oggetto di discussione
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Anche sul basso lago è tempo di alzare i riflettori sulla Ciclovia del Garda. Ne è convinto il consigliere comunale di Desenzano Andrea Spiller, che all’indomani dell’incontro pubblico organizzato dal Tavolo interregionale Tutela del Garda proprio su questo tema incalza e solleva alcune questioni sul progetto in territorio di Desenzano.

Lo aveva raccontato anche Alberta Cazzani, del Politecnico di Milano, all’incontro: «Per la gran parte sarà un lavoro di manutenzione ordinaria o straordinaria sui percorsi già esistenti - aveva spiegato -, tutti o quasi affiancati a strade ad alto traffico. Non si taglieranno alberi, ma si rimuoveranno siepi e aiuole». Per Spiller «almeno dalle nostre parti un impatto paesaggistico fortunatamente limitato. Ma il progetto esecutivo dà luogo ad altre riflessioni, che riguardano la reale funzionalità e utilizzabilità dell’opera. Il percorso ciclabile sul nostro territorio dovrà fare i conti - continua -, per la quasi totalità del suo tracciato, con la condivisione degli spazi con altri soggetti, con pedoni e automobili. L’assenza quasi totale di spazi esclusivi dedicati alle biciclette rischia di rendere il tragitto poco fruibile, soprattutto nei tratti più stretti e angusti o in caso di flussi nettamente superiori a quelli del traffico locale».

Fa storcere il naso al consigliere, che siede nei banchi della minoranza per Movimento Cinque Stelle e L’Altra Desenzano, il passaggio all’interno del parco del laghetto: «Ad oggi l’utilizzo delle biciclette all’interno del parco è vietato, e queste devono essere condotte a mano, per evitare incidenti. Viene da chiedersi come si riuscirà a far convivere il passaggio di decine di migliaia di biciclette all’anno senza apportare significative modifiche alla viabilità interna del parco».

La perplessità di fondo però è un’altra: «Temiamo che sia cambiato l’approccio: da percorso ciclabile alternativa all’uso dell’automobile ad attrattiva turistica. È il momento di prendere consapevolezza di quanto sarà realizzato e avviare un ampio dibattito pubblico che possa mettere in luce le criticità e sviluppare soluzioni per risolverle».

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