Chef Matteo ha conquistato New York

Dalla macelleria-gastronomia di famiglia, a Toscolano Maderno, alla Grande Mela. Dai fornelli dell’alberghiero di Gardone alle cucine dell’«SD26», tempio dell’arte culinaria italiana a New York, affacciato sul Madison Square Park.
Il successo professionale il toscomadernese Matteo Bergamini, classe 1981, l’aveva già raggiunto quando, nel 2010, divenne executive chef dell’«SD26», versione rinnovata dello storico «San Domenico» di Tony May, all’anagrafe Antonio Magliulo, leader indiscusso dei ristoratori italiani in America. Ma oggi la fulgida carriera del giovane chef gardesano registra un altro prestigioso riconoscimento. Matteo è infatti tra i 12 trentenni riusciti ad eccellere nella Grande Mela premiati, assieme a John Elkann, presidente di Fiat-Chrysler, dalla Fondazione NY con un gala alla Morgan Library.
Matteo Bergamini, premiato come «Best emerging chef of italian cuisine 2013», è il protagonista di una bella storia di sacrifici e successi. Dopo il diploma conseguito all’istituto professionale gardonese per i servizi alberghieri e della ristorazione «Caterina de’ Medici» (è iscritto al gruppo Facebook «Noi… dell’alberghiero di Gardone»), Matteo ha iniziato nella gastronomia di famiglia, nel paese altogardesano, a cimentarsi con l’arte culinaria, poi affinata nelle stagioni sul lago e in montagna.
Nel 2004 arriva il grande salto. Su consiglio dello chef bresciano Pietro Palazzo, Matteo decide di tentare la fortuna all’estero, destinazione New York. Qui conosce la valtrumplina Odette Fada, da anni affermata chef internazionale, che lavora come executive chef al celebre «San Domenico». Matteo entra così nella squadra di Tony May e nella cucina del locale affacciato su Central Park lavora per due anni come sous chef (lo chef in seconda).
Seguono altre esperienze: nel 2006, per quattro mesi, il cuoco gardesano è chef personale del ministro delle Finanze russo, venuto a svernare sul Garda; poi, per tre anni, cucina nella squadra del celebre chef Daniel Boulud. Quando, nel 2009, il San Domenico lascia Central Park per Madison Square Park, diventando il «SD26», Bergamini è di nuovo nel team di Tony May, sotto la direzione di Odette Fada.Poi, nel maggio del 2010, prende il posto della collega bresciana e diventa executive chef.
Oggi i suoi piatti sono gustati da capi di governo, magnati della finanza e divi dello star system (tra i clienti affezionati ci sono anche l’attore Michael Douglas e la moglie Catherine Zeta-Jones). Così Matteo, tra un agnello alla bresciana e uno zabaione al Franciacorta, porta i sapori della sua terra nel cuore di Manhattan.
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