Garda

Ceramiche, ossa, pali: a Polpenazze c'è una «miniera» che racconta la preistoria

I primi esiti della campagna di scavo al sito palafitticolo gardesano, destinata a concludersi questa settimana
ARCHEOLOGIA: LE CERAMICHE DEL LUCONE
AA

Ecco i regali del Lucone 2022: una distesa di ceramiche tutte da ricomporre, lo scheletro completo di un luccio, foglie, insetti e un femore di bambino, oltre a parti di mandibola di cani e di un maiale. Ma anche il campionamento dei pali del sito palafitticolo con la complessa estrazione di un palo intero, con tanto di punta. Operazione che consentirà di studiarlo nella sua interezza, ma che ha già permesso agli archeologi di guardare strato per strato il lago, fino ai suoi livelli pleistocenici.

Sono i primi esiti della campagna di scavo 2022 al sito palafitticolo di Polpenazze, destinata a concludersi questa settimana. «Abbiamo iniziato a fine luglio - spiega Marco Baioni, direttore del Museo archeologico della Valle Sabbia - senza attenderci particolari sorprese: ci restava da scavare solo un piccolo settore verso il lago, dove tolti i primi livelli naturali è venuto alla luce uno strato di ceramica abbondantissima e molto interessante. La situazione rispetto agli altri anni si è invertita: se di solito cinque o sei persone lavorano allo scavo e una o due si occupano di restauri e ricomposizioni, quest’anno quella squadra è stata ben nutrita».

La punta di palo estratta dal fondo d’argilla - © www.giornaledibrescia.it
La punta di palo estratta dal fondo d’argilla - © www.giornaledibrescia.it

Non solo ceramica

E ha ricostruito boccali, vasi di varie forme, una particolare scodella decorata. Con le ceramiche, lo strato ha restituito anche elementi in legno, un’immanicatura d’ascia. Proprio ieri sono saltati fuori alcuni elementi strutturali: plinti in legno che sostenevano i pali. Quest’anno l’obiettivo era anche campionarli, per poi sottoporti ad analisi dendrocronologica e datarli.

Molto impegnativa si è rivelata la missione di estrarne uno in tutta la sua lunghezza: giorni di combattimenti contro l’argilla limosa bianca, ma alla fine anche la punta, lavorata ad ascia e indurita con il fuoco, è stata orgogliosamente estratta. Grazie alla trincea scavata per raggiungerla è stato possibile «scendere nella storia» ed esaminare i livelli pleistocenici del lago: celano informazioni utilissime per la ricostruzione ambientale dell’area e la prossima settimana i ricercatori della Bicocca di Milano effettueranno campionamenti.

Poi il capitolo «ossi», altro dono del Lucone quest’anno: è stato rinvenuto il femore di un bimbo di circa 3 anni, ulteriore tassello nello studio antropologico relativo al trattamento dei bambini morti in quella cultura.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia