Garda

Caso depuratore: «La Provincia ha agito oltre le sue competenze»

Presa di posizione della Comunità del Garda: «La mozione Sarnico non ha carattereimpositivo»
Un'elaborazione grafica del depuratore del Gavardo
Un'elaborazione grafica del depuratore del Gavardo
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Caso depurazione: la Comunità del Garda rompe il silenzio e ribadisce l’urgenza dell’opera. Lo fa alla vigilia della cabina di regia tra Ministero dell’ambiente, Regioni, Ato Brescia, Ato Verona e Ats-Comunità del Garda, convocata alle 11 di domani, mercoledì, per la verifica dello stato di avanzamento dell’iter. Che però, almeno sulla riviera bresciana, non è avanzato di un centimetro. Anzi, dopo la «mozione Sarnico» approvata dal Consiglio provinciale, che fissa il principio in base al quale i depuratori vanno realizzati nei Comuni afferenti all’impianto stesso, invitando Acque Bresciane a individuare entro sei mesi localizzazioni alternative a Gavardo e Montichiari, il progetto è in stallo. Il punto. La presidente della Comunità del Garda, l’on. Mariastella Gelmini, ritiene che sulla mozione Sarnico sia passata «un’interpretazione distorta e fuorviante».

«La mozione non ha carattere impositivo, ma prospetta un indirizzo generale», dice Gelmini, che ricorda come la localizzazione di infrastrutture per la depurazione e la loro compatibilità ambientale competa «a esperti e tecnici (alla scienza), mentre alle istituzioni (alla politica) spetta stabilire la natura e le priorità di detti interventi».

 A conferma di ciò, Gelmini cita il parere dell’Avvocatura della Provincia, che scrive: «La normativa non prevede la competenza del Consiglio (provinciale, ndr) ad esprimere parere favorevole obbligatorio in merito a un progetto relativo ad opere del Sistema idrico integrato, competenza che rimane incardinata nell’Ufficio d’ambito. Diversamente si configurerebbe un potere di impulso o di veto sul progetto, che non trova fondamento in alcuna norma di diritto». Per la Comunità del Garda, approvando la mozione Sarnico la Provincia avrebbe agito «esorbitando le sue competenze».

L’appello. Continua Gelmini: «La mozione stabilisce il criterio che i depuratori debbano essere realizzati nei Comuni che ne usufruiscono, a condizione però che ciò non comporti costi economici o ambientali superiori. Se realizzarli a Gavardo e Montichiari risulta più conveniente che farli a Lonato o in altro Comune, si devono fare a Gavardo e a Montichiari». E ancora: «Qualora la politica (non i Comitati) dovessero decidere per una localizzazione diversa rispetto a quella di Gavardo e Montichiari, più costosa in termini ambientali ed economici (tenendo conto anche degli opportuni ristori per i territori coinvolti), la Comunità del Garda si riserva sin d’ora le azioni del caso nei confronti di chi abbia assunto questa decisione». Infine, la Comunità del Garda ribadisce l’urgenza dell’opera e il rischio di perdere il finanziamento di 100 milioni assegnato dal Ministero dell’ambiente a condizione che venga dismessa la condotta sub-lacuale, riservandosi «di contrastare nelle sedi opportune ogni colpevole ritardo nella realizzazione dell’opera».

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