Garda

Assistenza disabili, il Tar ordina di alzare le ore

La sentenza si riferisce a un minore del paese, ma interessa tutti i Comuni
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Il Tar ordina al Comune di «assicurare, con decorrenza immediata e con assunzione dei relativi oneri, un assistente alla persona in favore del minore, quanto meno per il numero di ore settimanali (15) indicate dall’istituto scolastico da lui frequentato»: il decreto, emesso dal Tribunale amministrativo di Brescia, è destinato a rappresentare quanto meno un precedente. E non da poco. Perché, come dice il sindaco Roberto Tardani, «la questione è generale e interessa tutti i paesi della Lombardia. Il Comune di Lonato ha solo applicato, come tanti altri, le nuove direttive emesse dal Pirellone in termini di assistenza ad personam».

Facciamo un passo indietro. Fino a poco tempo fa l’assistenza educativa era gestita dalla Provincia, poi la palla è passata alla Regione che, recentemente, ha fissato nuovi paletti: dieci ore di assistenza ad personam per le scuole superiori e cinque ore per le scuole professionali. Nel caso specifico, a partire dall’anno scolastico appena cominciato, un giovane studente lonatese, che frequenta una scuola professionale di Desenzano, come da comunicazione del Comune, avrebbe potuto usufruire di sole cinque ore settimanali di assistenza educativa a fronte delle quindici ore indicate per le sue necessità dallo stesso istituto scolastico.

I genitori hanno presentato ricorso al Tar e hanno vinto: «Il numero di ore assegnabili - rilevano i giudici di via Zima - può variare da un monte ore minimo di cinque sino a dieci ore, computate sulla base del fabbisogno assistenziale del disabile, salvo il riconoscimento di un monte ore aggiuntivo, da valutare con riguardo al livello di disabilità dello studente o alla particolare situazione di bisogno». Il che, semplificando, significa che la normativa regionale fissa sì dei paletti, ma che esiste un margine di movimento in relazione alle specifiche necessità. Specifiche necessità che, nel caso del giovane studente lonatese, sussistono ampiamente e in misura tale da spingere il Tar a esprimersi in accordo con i genitori e a ordinare al Comune di aumentare a quindici il monte ore. «Cosa che avevamo deliberato di fare ancora prima del decreto del Tribunale amministrativo - specifica il primo cittadino - e nonostante, in questo modo, si apra una questione di non poco conto. Se la Regione copre cinque ore, chi paga per le altre ritenute necessarie?»

 

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