Garda

Allarme cinghiali: da gennaio abbattuti 96 capi

Nel mirino anche le nutrie: il piano della Provincia impegna 900 persone
I residenti della zona sono preoccupati per la sicurezza di chi passa da quelle parti - Foto © www.giornaledibrescia.it
I residenti della zona sono preoccupati per la sicurezza di chi passa da quelle parti - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Rovinano campi. Sono pericolosi e non autoctoni. E prolifici. 

Prosegue l’impegno della Provincia per contrastare la diffusione di cinghiali e nutrie, ma anche piccioni e cornacchie nel Bresciano: l’obiettivo è provare a contenere una popolazione di animali in crescita, che non ha predatori superiori in natura alle nostre latitudini e che sta provocando danni ingentissimi all’agricoltura, «arando» nei campi come fanno sistematicamente i cinghiali o scavando gallerie nei corsi d’acqua e nei canali. La loro diffusione è ormai fuori controllo e merita tutto l’impegno della Polizia provinciale, coadiuvata da operatori faunistici appositamente formati, e dai cacciatori quando sono organizzate vere e proprie battute al cinghiale.

Dall’inizio dell’anno sono ormai 130 le richieste pervenute a Palazzo Broletto per interventi di contenimento del cinghiale, mentre soni 96 i capi abbattuti finora contro i 90 di tutto il 2016. Oltre ai privati cittadini, che si vedono sovente avvicinati da questi animali nel proprio giardino, in Valle Camonica e Alto Garda, molti sono i sindaci che richiedono l’intervento della Polizia provinciale. In alcuni Comuni della Gardesana, il suide si è stabilizzato a ridosso dei centri abitati, nelle vicinanze di residence e villaggi, destando molte preoccupazioni. Ove possibile, gli agenti sono intervenuti con appostamenti notturni con le carabine in dotazione; in alternativa hanno posizionato gabbie trappola (1.500 sull’intero territorio bresciano). «Siamo consapevoli che dovremo raddoppiare gli sforzi - ha commentato il consigliere provinciale con delega alla Polizia, Diego Peli - con un dispendio di energie e risorse notevoli ma inderogabili. Purtroppo i fattori climatici (inverni sempre più miti) e alimentari (cinipide del castagno ormai sconfitto) hanno contribuito all’elevato successo riproduttivo delle specie».

È guerra dichiarata non solo ai cinghiali: da inizio anno la Provincia di Brescia ha abbattuto 6.835 nutrie. «E per il 2017 - assicura il consigliere delegato Peli - l’obiettivo è raddoppiare il numero dei roditori uccisi». Originaria del Sud America, la nutria scava canali sotterranei e provoca cedimenti agli argini dei fiumi e a tratti di strada. Ecco perché il Broletto sta pianificando di raddoppiare il numero degli abbattimenti, coinvolgendo quasi mille volontari in un’operazione di contenimento che si basa anche sul posizionamento di 1.500 gabbie. È così che vengono catturati gli animali, soprattutto nelle zone della Bassa, ma anche nel Basso Garda e in certi paesi che si trovano in Valle Camonica e Valle Trompia, in corrispondenza dei fiumi Oglio e Mella. Abbattuti nel 2016 anche 8.500 piccioni, volatili che infestavano alcuni paesi e insudiciavano monumenti e 80 carcasse di cornacchie esaminate allo Zooprofilattico, che monitora la presenza del virus West Nile nella fauna selvatica per prevenire l’eventuale trasmissione all’uomo.

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