Garda

«Aiutatemi a ritrovare chi salvò mio padre»

E' la richiesta del figlio di un soldato sudafricano che tra il '43 ed il '45 fu ospitato dal rezzatese Giovanni Maifredi.
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È il passato che ritorna, un passato di guerra mai dimenticato che ha bisogno di ricongiungersi al presente attraversando due continenti. Il passato in questo caso è rappresentato dalla copia di una lettera datata 31 gennaio 1945 a firma Giovanni Maifredi, partita da Rezzato per arrivare a Johannesburg, in Sudafrica, Paese di Eric Ross Munro, destinatario della missiva. Ora è tornata postata sul più usato social network, quel Facebook che tutti, anche se non usiamo, conosciamo.

A pubblicarla sulla bacheca del Comune di Rezzato è George Mayer, sudafricano, che l'accompagna con un accorato appello con il quale prega di controllare se nel Comune ci sia ancora l'autore (o almeno un suo parente) di quella lettera inviata appunto nel '45 a Eric Ross Munro, un militare di stanza in Italia, padre di un suo carissimo amico.
Nella missiva, scritta a macchina da Giovanni Maifredi (negoziante di chincaglierie e affini, come si evince dall'intestazione della missiva), si legge che il rezzatese aveva ospitato dal 1943 al 1945, nella sua casa di vacanza a Serle, alcuni prigionieri di varie nazionalità, nascondendoli ai rastrellamenti nazisti e mettendo così a repentaglio la propria vita. Fra questi un sudafricano, appunto, Eric Ross Munro, il destinatario della lettera.
Maifredi spiega all'amico lontano che solo ora ha potuto scrivergli, perché da poco la posta è funzionante. L'uomo è ansioso di sapere se il compagno che lui ha ospitato, condividendo grandi rischi e «momenti paurosi ed atroci» ed aiutandolo infine ad espatriare in Svizzera, è riuscito a tornare sano e salvo nel suo Paese di origine. Lo scritto termina con la speranza di una risposta e l'augurio di un buon 1946 (ricordiamo che la lettera era stata scritta il 31 dicembre 1945). La lettera è arrivata certamente a destinazione, ma non è dato sapere se Eric Ross Munro vi abbia mai risposto.

Ora Eric è morto e questa testimonianza di un passato che è ancora vivo nella memoria di tutti riaffiora nel desiderio del figlio Graham, che vuole conoscere i parenti della persona che ha aiutato il padre a salvarsi dalla guerra. Una voglia acuta di saldare un grande debito di riconoscenza: è stato certamente questo il sentimento che ha messo in moto la ricerca. A portarla avanti è in primis George Mayer che, con fraterna amicizia e desiderio di conoscere una pagina di storia a lui pressoché sconosciuta, vuole aiutare Graham Munro a ricomporre con i pezzi mancanti il puzzle di quel periodo buio della vita del padre.

Da parte dell'Amministrazione comunale e di molti cittadini rezzatesi è iniziato da subito un passaparola che sta rimbalzando da Rezzato a Serle, alla ricerca delle tracce di Giovanni Maifredi (se ancora è in vita) e della sua famiglia. Per ora si sa con certezza che era cittadino di Rezzato e nel '54 si era trasferito a Genova. Da lì le tracce si perdono. La speranza di tutti è che il filo che ha unito per ben sessant'anni Giovanni Maifredi da Rezzato ad Eric Ross Munro dal Sud Africa possa riannodarsi fino al punto di far incontrare di nuovo le famiglie dei due. zani

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