Garda

Addio a Dagnoli, l'uomo che fece scoprire il gene allunga-vita

Nel 1980, dopo una serie di esami con risultati sorprendenti, portò a far luce sull’Aliproteina A-1 Milano
Valerio Dagnoli è il secondo da destra
Valerio Dagnoli è il secondo da destra
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È morto la scorsa settimana, nel milanese, Valerio Dagnoli, il limonese che senza saperlo diede il via alla straordinaria vicenda dell’Alipoproteina A-1 Milano, il gene miracoloso che consente agli abitanti di Limone sul Garda di vivere più a lungo. 

Tutto ebbe inizio nel gennaio del 1974, quando Dagnoli - dipendente delle Ferrovie, nato a Limone il 4 agosto 1932, figlio di Giovanni e di Adele Fava, emigrato a Milano - si sottopone a una visita medica. Un normalissimo check-up, che innescò un’infinità di esami che avrebbero portato, nel 1980, a una clamorosa scoperta.

«Il referto - raccontò Dagnoli - era impietoso: 421 di colesterolo e 1.820 di lipemia. Così il mio specialista mi comincia a parlare di ricovero. "Ma se non sono mai stato così bene", gli obietto».

Gli esami successivi rivelarono come fosse portatore di una felice anomalia che sembra conferire protezione contro lo sviluppo dell’arteriosclerosi e delle malattie cardiovascolari. La stessa proteina anomala viene trovata nel sangue del padre, del fratello e dei figli di Dagnoli. Nel 1982 tutti gli abitanti di Limone vennero così sottoposti a prelievi di sangue e ad approfondite indagini ematiche.

 

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