Breno, Piero Morandini e Alessandro Panteghini sono i candidati

Giuliana Mossoni
Sfida a due, come cinque anni fa, per conquistare la poltrona di sindaco
Il municipio di Breno
Il municipio di Breno
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Sfida a due, come cinque anni fa, per conquistare la poltrona di sindaco a Breno. A contendere il posto all’uscente Alessandro Panteghini è Piero Morandini, commercialista, già consigliere a Breno e presidente del Consorzio metano.

Panteghini, che si presenta con una lista in parte confermata e in parte rinnovata, dove ci sono anche l’assessore Luca Salvetti e il capogruppo Luca Vielmi, ha dalla sua il fatto di aver «realizzato il 90% del programma, rispettando la parola data ai cittadini, nonostante il Covid. Inoltre - aggiunge - i cantieri mancanti partiranno a breve, così da coronare tutte le promesse: una rarità al giorno d’oggi».

Morandini, che nella sua lista ha «imbarcato» due membri della minoranza (Gianpiero Pezzucchi e Vittorio Do) e due della maggioranza (Betta Bontempi ed Emanuele Ongaro), afferma d’aver colto che «la comunità richiedesse una discontinuità rispetto all’attuale Amministrazione, in palese difficoltà nei rapporti interni. In molti ambienti è parso evidente che Breno e frazioni avessero bisogno di cambiare passo attraverso un modo più concreto e moderno di amministrare». Una contrapposizione destinata a rendere il clima scoppiettante.

Le strategie

Tante le carte che Panteghini può calare per dimostrare d’aver bene amministrato, a iniziare dai «due interventi ambientali più grossi nella storia di Breno»: la messa in sicurezza di Onera da parte della Tassara, trasformando l’area in un centro sportivo, e lo spostamento dei rifiuti da Calameto. Panteghini, in tema di attenzione ai cittadini, ricorda «la Croce rossa aperta 12 ore al giorno e l’accordo di programma per il recupero delle scuole superiori. Ma l’aver condotto la comunità durante il Covid è stata l’esperienza più forte: dopo cinque anni in emergenza, tra gravi lutti, aumento dei prezzi, siccità e diluvi, spero di avere un nuovo lustro per dedicarmi alla qualità della vita di Breno».

Secondo Morandini, invece, serve «aprire e valorizzare quello scrigno mantenuto in cassaforte, che contiene un immenso patrimonio storico, culturale, ambientale e delle tradizioni, valorizzandolo con la complicità delle associazioni e dei singoli, parte attiva di questo sforzo di rilancio». Tante le cose da fare: un patto col personale comunale per meglio soddisfare le necessità dei cittadini, la pulizia del paese, i servizi tecnologici efficienti e iniziative per la sicurezza. E poi le grandi opere, «alcune frutto di condivisibili visioni che guardano al futuro. Proporremo nuove idee, ma salvaguarderemo le buone intuizioni del passato. Saremo realisti».

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