Economia

Ubi Banca elegge il nuovo cda. Massiah: «Nel 2019 utile migliore»

La lista conferma Victor Massiah, che resterà consigliere delegato, e indica Letizia Moratti alla carica di presidente
  • L'assemblea di Ubi Banca a Bergamo - Foto Ansa
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L'assemblea di Ubi Banca, che si è tenuta questa mattina a Bergamo, ha eletto il nuovo cda, votando con il 98,9% del capitale presente in assemblea la lista presentata dai soci storici di Ubi Banca, riuniti in un patto di consultazione sul 21,5% del capitale. La lista conferma Victor Massiah, che resterà consigliere delegato, e indica Letizia Moratti alla carica di presidente e Roberto Nicastro alla vicepresidenza.

Gli altri consiglieri sono Ferruccio Dardanello, Pietro Gussalli Beretta, Silvia Fidanza, Paolo Bordogna, Osvaldo Ranica, Letizia Bellini Cavalletti e Paolo Boccardelli mentre faranno parte del comitato per il controllo sulla gestione Alessandro Masetti Zannini, Alberto Carrara, Monica Regazzi, Francesca Culasso e Simona Pezzolo De Rossi. Con l'elezione del cda Ubi segna l'addio al sistema duale per adottare una governance monistica.

«Al mercato abbiamo detto che riteniamo di poter fare nel 2019 un utile migliore del 2018 e confermo a questa assemblea la linea» ha dichiarato il consigliere delegato di Ubi Banca, Victor Massiah che ha poi ribadito le valutazioni che hanno portato la banca ad annunciare la stesura di un nuovo piano industriale dopo il cambio di governance e l'insediamento del nuovo cda.

«Con il nuovo consiglio dovremo andare a scrivere un nuovo piano industriale perché si sono create delle situazioni differenti: per una serie di motivi di contingenza interna esterna, il pil crescerà meno di quanto previsto a piano, i tassi sono attesi negativi fino almeno a fine 2020, lo spread era previsto sotto 150 punti base».

Massiah ha poi rivendicato quanto fatto dalla creazione di Ubi Banca a oggi: «L'istituto ha creato valore per 1,9 miliardi, passando da un patrimonio netto tangibile 2007 di 5,2 miliardi a quello attuale di 7 miliardi, considerando gli aumenti di capitale da 1,6 miliardi effettuati nel periodo e i dividendi distribuiti, pari a 1,7 miliardi. Ubi è una delle poche banche ad aver creato valore durante la crisi, nella crisi peggiore degli ultimi 100 anni con un contesto difficile e un contesto regolamentare sempre più pesante»

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