Trattamento metalli: il 2025 mostra una lieve ripresa

Restano però forti incertezze, dovute a fattori macroeconomici e politiche protezionistiche e politiche macroeconomiche
Trattamento dei metalli
Trattamento dei metalli
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Segnali contrastanti per il settore del trattamento metalli. Il 2025 mostra, da un lato, una lieve ripresa a livello congiunturale per l’industria metalmeccanica italiana, ma con forti incertezze dovute a fattori macroeconomici e politiche protezionistiche.

Crescita moderata

La domanda globale di acciaio è prevista in moderata crescita (+1,2%), trainata soprattutto dai settori delle infrastrutture, dell’automotive e dell’edilizia. Il rame è il metallo più richiesto, cruciale per la transizione energetica e digitale, laddove l’oro beneficia del suo tradizionale ruolo di bene rifugio.

In base all’Osservatorio del Faro Club Main Meeting, la perdurante debolezza globale della domanda e dei prezzi dell’acciaio comporta una pressione di mercato ribassista sull’andamento delle materie prime ferrose. Tutto sommato, però, le quotazioni del minerale e del rottame hanno sinora tenuto, mentre sono in generale più in sofferenza le ferroleghe, seppure con qualche eccezione.

Cina e Turchia

Faro fa il punto sulla base delle analisi di Siderweb e Assofermet. A cominciare dal ruolo della Cina nel mercato globale, alla cui capacità di sostenere il suo export di acciaio da altoforno, rispetto al calo della domanda interna negli ultimi cinque anni, è dovuta la tenuta dei prezzi del minerale di ferro.

I prezzi del rottame ferroso nel mercato europeo sono molto influenzati dalla siderurgia turca a forte trazione elettrica. La Turchia infatti è il maggiore importatore mondiale di rottame poiché la sua raccolta domestica è molto inferiore al fabbisogno. Nella prima metà del 2025, il prezzo del rottame per acciaio al carbonio nel mercato turco è sceso da 425 dollari a tonnellata Cfr di gennaio a sotto i 350 dollari a giugno, con un minimo di 320 dollari in primavera. La Turchia è anche di gran lunga il primo mercato di destinazione dell’export europeo di rottami ferrosi.

In Europa

La domanda di acciaio inox resta molto debole in Europa: Assofermet a giugno ha registrato un crollo di acquisti di rottami da parte dei produttori italiani e forti cali dei prezzi, mentre gli stock di materiale restano alti, in attesa di migliori opportunità di vendita. Nel mercato europeo anche le ferroleghe seguono in generale l’andamento delle materie prime ferrose: il primo semestre dell’anno ha visto un leggero aumento dei prezzi in primavera e poi una discesa, con prospettive legate agli sviluppi sulle misure di salvaguardia Ue sull’import.

L’ipotesi dazi

A settembre 2025 era attesa la decisione di Bruxelles, caldeggiata dai produttori siderurgici continentali, di introdurre limitazioni e dazi sulle esportazioni extra Ue di rottami ferrosi: misura che dovrebbe essere basata sull’applicazione di regole di reciprocità verso Paesi che sovvenzionano la produzione di acciaio non in linea con i requisiti di decarbonizzazione europei.

Al momento non sono ancora stati introdotti dazi e limiti specifici sulle esportazioni di rottami ferrosi, ma è stato attivato un sistema di sorveglianza doganale per monitorare i flussi e si stanno valutando misure future, in linea con Piano d’azione europeo per l’acciaio e i metalli, onde limitare l’export e garantire l’approvvigionamento interno.

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