Economia

Superbonus, senza una proroga sono a rischio oltre 400 cantieri

L’agevolazione è diventata incubo per molte famiglie bresciane. Deldossi (Ance): «Imprese a rischio, il Governo agisca»
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IL NODO SUPERBONUS
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Il Superbonus torna ad agitare i sonni delle famiglie bresciane. La scadenza del 31 dicembre, data entro la quale devo essere completati i lavori di efficientamento dei condomini, si avvicina ma molti cantieri sono ancora in alto mare e sulle impalcature di alcuni condomini i lavori sono addirittura fermi.

La misura varata dal Governo nel post-Covid da grande opportunità rischia di trasformarsi in un incubo per centinaia di famiglie bresciane se il Governo non varerà l’attesa proroga di almeno altri tre mesi. L’alternativa per loro è un’inattesa voragine nei bilanci familiari: l’agevolazione scenderebbe dal 110% al 70%: questo si tradurrebbe nel pagamento del 40% del costo dell’intervento.

I cantieri nel Bresciano

Per capire la dimensione del fenomeno e i rischi che potrebbe incorrere la nostra provincia bisogna partire dai dati. A fare un calcolo dei cantieri attivi nella nostra provincia è Ance Brescia, in collaborazione con la Cassa edile locale. Nel Bresciano in questo momento ci sono 6.621 cantieri edili attivi; 1.039 di questi nella città. Stabilire con esattezza quali siano legati al Superbonus è complesso e difficoltoso - spiegano i tecnici Ance -, la stima è che siano poco meno di duemila in provincia e sfiorino le trecento unità nella sola città.

Allo stesso modo risulta complicato sapere quanti di questi cantieri aperti non riusciranno ad ultimare i lavori entro il 31 dicembre. La stima, molto approssimativa, fatta da alcuni operatori del settore che segnala ritardi intorno al 20% dei cantieri: a rischio sarebbero circa 400 immobili, tra condomini e singole unità.

Non è tutto, c’è un secondo grande capitolo da sciogliere legato ai bonus edilizi: ovvero quello dei crediti incagliati delle imprese. Sempre secondo l’elaborazione di Ance Brescia nella nostra provincia rispetto ai primi mesi dell’anno la situazione è parzialmente migliorata, ma le stime indicano la consistente cifra di 858 milioni di euro ancora in sofferenza.

La posizione Ance

I costruttori scendono in campo e chiedono subito la proroga di tre o sei mesi, necessaria per evitare il disastro. Ma anche misure fiscali sostenibili, per lo Stato e allineata agli obiettivi fissati dall’Europa per gli immobili.

«Ci troviamo ancora di fronte a una situazione particolarmente con grandi rischi per molte imprese, per i lavoratori, committenti e famiglie, colpevoli solo di avere operato seguendo i dettami del legislatore - tuona il presidente di Ance Brescia, Massimo Angelo Deldossi -. Aspetto che non può essere sottaciuto e dimenticato. Credo serva a tutti, al Paese nella sua complessità, che si affronti questo tema non cercando colpevoli o dividendosi tra guelfi e ghibellini, ma comprendendo che c’è un oggettivo problema e che va risolto al meglio con la collaborazione di tutte le parti coinvolte».

E ancora: «Lo Stato, il governo, che cosa intendono fare? Fare finta che non sia successo nulla, o che si tratti solo di questioni sorte tra privati? Posizione che sarebbe incomprensibile ma almeno lo si dica. Ci sono state molte proposte, tra le quali quelle serie e articolate di Ance, per risolvere la questione e sino ad oggi non se ne è presa nessuna in considerazione».

Ricadute sull’occupazione

Per il presidente Deldossi nel Bresciano sono molte le imprese che hanno affrontato e stanno affrontando il problema. «Alcune l’hanno risolto gravandosi di oneri finanziari impropri e di mutui, altre stanno soffrendo. Si deve capire che non può essere solo un mero problema di bilancio ma che è un problema sociale con pesanti ricadute economiche ed occupazionali». A sostegno di questa tesi ci sono i numeri dell’«effetto bonus» sull’economia e sul comparto bresciano. Secondo un’elaborazione di Ance Brescia, il valore degli investimenti legati agli incentivi nel settore edilizio di città e provincia nel 2022 è stato pari a circa 2,3 miliardi di euro, pari all’84% del totale impiegato per il rinnovo residenziale. L’impatto occupazionale creato nel Bresciano dal recupero incentivato è stato di 23mila addetti diretti ai quali sono da aggiungere 11.500 indiretti per un totale di 34.500 occupati.

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Lo sguardo è rivolto al futuro: «C’è un altro tema che non viene considerato e che va al di là del Superbonus e delle storture generatesi per la sua applicazione - spiega Deldossi -: la necessità di avere idee chiare per rivisitare complessivamente il pacchetto degli incentivi edilizi destinati a favorire la transizione ecologica del costruito». 

 

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