Superbonus, mille cantieri a Brescia: per molti la chiusura sarà un salasso

La maxi-detrazione del 110% per la ristrutturazione degli immobili si è ufficialmente chiusa il 31 dicembre 2023. Ma del Superbonus, ne siamo certi, si continuerà a parlare ancora a molto a lungo, perché la soluzione trovata dal Governo e pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dello scorso 29 dicembre (dl 212/23) non risolve i problemi a chi non è riuscito a finire i lavori.
Anzi, secondo gli esperti del settore, nei prossimi mesi è molto probabile l’apertura di una valanga di contenziosi tra proprietari ed imprese, con l’inevitabile blocco dei cantieri; senza considerare l’aspetto sociale rappresentato da coloro che si trovano nell’impossibilità di pagare le spese non previste per concludere i lavori.
L’ultimo report, aggiornato a dicembre, attesta che ci sono ancora 10 miliardi di lavori condominiali da completare in Italia, per i quali si apre la strada dello scalone dal 110% (o dal 90%) al 70% di detrazione. Nella nostra provincia - secondo una stima di Ance Brescia - sono aperti circa un migliaio di cantieri del Superbonus, trecento della sola città di Brescia, per un valore totale di oltre 200 milioni di euro.
In attesa
Sul tema c’è ancora molta incertezza. Gli operatori del settore sono in attesa dei decreti attuativi che dovrebbero arrivare nelle prossime settimane. Ma una cosa è comunque certa: per tutti questi lavori si apre una fase parecchio complicata. Con il taglio delle agevolazioni al 70%, infatti, i committenti potrebbero decidere di non proseguire nei lavori: in caso di sconto in fattura, infatti, sono loro a dover compensare la quota non più coperta dallo sconto fiscale.
Una ciambella di salvataggio c’è per il proprietario che ha un reddito basso con Isee inferiore ai 15mila euro e che abbia raggiunto entro il 31 dicembre almeno il 60% dei lavori.
Il decreto stabilisce - spiega Ance Brescia - che anche se non si terminano i lavori o si fermano a uno stato per cui non è possibile il miglioramento di due classi energetiche, il Fisco non richiederà indietro i soldi già pagati. In questo modo viene in parte disinnescato uno dei motivi di possibile contenzioso, ma c’è il rischio, sottolineato da Ance, che restino a metà lavori già iniziati.
E certo non si eviteranno liti in condominio tra committenti e imprese. Quali soluzioni in campo: molti potrebbero provare ad andare avanti, rinegoziando i contratti avviati. Sul tavolo, poi, ci sono anche i possibili bonus alternativi: a questo punto, infatti, qualche condominio potrebbe ritenere più semplice la strada del sismabonus puro, agevolato fino all’85%, o quella dell’ecobonus condominiale, che può raggiungere il 75%.
I contenziosi
Una cosa sembra essere assodata, si apre la stagione dei contenziosi. «Il Superbonus negli ultimi due anni ha portato una marea di incarichi a tecnici ingegneri ed architetti - spiega il presidente dell’Associazione Artigiani, Bortolo Agliardi - ora sarà la volta degli studi legali».
Molti proprietari di case singole si troveranno a dover fronte direttamente a spese, non previste, in media di alcune decine di migliaia di euro. «L’avevamo previsto. Pur condividendo la necessità di chiudere la stagione del 110% per aprire una riflessione seria sul futuro dell’efficientamento energetico e strutturale degli edifici, sarebbe stato opportuno prorogare la misura esclusivamente per consentire una conclusione ordinata degli interventi in corso» - evidenzia il presidente di Ance Brescia, l’ingegner Massimo Angelo Deldossi -. Ora, confidiamo di non dover assistere a situazioni incresciose, per gli operai, i committenti e le imprese, come quella registratasi recentemente a Calcinato, con gli operai saliti su una gru per esprimere la propria protesta a fronte del mancato pagamento degli stipendi da parte dell’impresa, a sua volta messa in difficoltà per il problema dei crediti incagliati».
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