Economia

Superbonus: le detrazioni 110% a Brescia superano quota 1 miliardo

I dati al 31 agosto dell’Enea. Deldossi: «Ancora incagliati i crediti delle imprese» Agliardi: «Filiera a rischio»
La gru di un cantiere edilizio
La gru di un cantiere edilizio
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È stata un’estate caldissima per il Superbonus. Tra poco più di due settimane c’è la fatidica scadenza del 30 settembre per le unifamiliari: chi ha in corso i lavori di efficientamento energetico dovrà aver realizzato almeno il 30% dell’intervento complessivo. Va da sé che il fermo dei cantieri per le tradizionali ferie in molti casi è saltato e le dichiarazioni dei tecnici sono cadute a pioggia: le asseverazioni inviate dalla nostra provincia hanno toccato quota 5.700, 37.700 quelle a livello regionale, 244mila a livello nazionale.

I numeri

A fotografare la crescita senza sosta dell’utilizzo del 110% è il monitoraggio mensile dell’Enea. Al 31 agosto, sull’intero territorio nazionale, sono stati ammessi a detrazione investimenti per 43 miliardi (erano 39,7 di fine luglio), con detrazioni a carico dello stato previste a fine lavori per 47,32 miliardi (dai 43,72 del mese di luglio). La Lombardia conferma il primato per numero di asseverazioni (a fine agosto erano 37.699) per una cifra di 7,25 miliardi di investimenti totali ammessi a detrazione.

Brescia è tra le province più attive a livello regionale e - secondo l’elaborazione del Giornale di Brescia sui dati Enea - sfonda quota 1 miliardo di euro di investimenti ammessi a detrazione (il dato è riferito alla sola agevolazione del 110%). Il numero totale delle asseverazioni depositate nella nostra provincia è di 5.700, di questi solo il 15% è riferito a condomini, il 48% riguarda gli edifici unifamiliari, il 36% le unità immobiliari funzionalmente indipendenti. Il nodo cessione crediti.

Sull’incentivo resta aperto il dibattito sul nodo della cessione dei crediti. «La situazione per le imprese resta drammatica - denuncia il presidente di Ance Brescia, Massimo Angelo Deldossi -. Resta una considerevole mole di crediti incagliati, dei quali si son fatti carico le imprese e che in gran parte non sono ancora stati sbloccati. Problema generato non dalla scelta del legislatore, ma dall'interpretazione di una circolare (la numero 23/2022, ndr) emessa dalle Entrate che ha di fatto imposto un blocco burocratico che non rispecchia la decisione politica». Importi spesso ingenti, che danneggiano le imprese edili, ma le cui conseguenze a scendere ricadono su tutta la filiera.

«Non dimentichiamo che nella nostra provincia l'edilizia pesa per il 15% del Pil - spiega Deldossi - e che indirettamente coinvolge una trentina di settori manifatturieri. Soprassedere sulla questione provocherebbe un effetto domino. L'urgenza si inserise inoltre in un contesto economico e sociopolitico che aggrava ulteriormente la posizione delle imprese del settore. L'aumento incontrollato dei prezzi di energia e materiali, la carenza di manodopera e la guerra russo-ucraina ne amplificano gli effetti minacciando l'avanzamento lavori delle opere già contrattualizzate o in corso di svolgimento».

Muoversi subito

Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente dell’Associazione Artigiani, Bortolo Agliardi: «Molte imprese edili hanno concluso i lavori ed ora si trovano con esposizioni bancarie folli - dichiara -. Le imprese bresciane stanno stringendo i denti, cercano di andare avanti nonostante le promesse mancate di politica e istituti di credito. Ma bisogna trovare al più presto una soluzione per togliere dall’impasse imprese e famiglie. Se il credito non viene ritirato dalle banche è tutta la filiera legata al settore dell’edilizia che salta per aria». Per semplificare il meccanismo della cessione del credito si lavora anche attraverso il dl aiuti bis in via di conversione al Senato (oggi prende il via la discussione in Aula). «Serve un meccanismo diverso per ampliare la capacità compensativa dei soggetti acquirenti», conclude Agliardi.

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