Spagna, 2.200 lavoratori cinesi «invadono» un paese piccolo come Barghe

In un’atmosfera di eccitata attesa e di manifesta preoccupazione Figueruelas, una paesino di appena 1.200 anime in provincia di Saragozza, in Aragona, si prepara ad accogliere 2.200 nuovi residenti.
Non si tratta di turisti, ma di una vera e propria «invasione» controllata: ingegneri e operai cinesi per erigere la più grande fabbrica di batterie al litio-ferro-fosfato d’Europa per il gruppo Stellantis. Un’operazione da 4,1 miliardi di euro. Immaginate ora Barghe, con i suoi poco più di mille abitanti, che si trova a gestire l’arrivo di 2.200 lavoratori per la costruzione di una nuova, gigantesca fabbrica sul suo territorio. L’impatto sarebbe enorme: la gestione degli alloggi, il potenziamento dei servizi e la sfida della comunicazione linguistica.
Residenti
I professionisti e lavoratori, inviati dal colosso cinese della tecnologia elettrica Catl, fondato nel 2011 da Zeng Yuqun, e in joint venture con Stellantis per la realizzazione della gigafactory, triplicheranno la popolazione residente. Una grande opportunità dal punto di vista economico, ma anche un’enorme sfida demografica e sociale per il sindaco Luis Bertol. Che, in interviste ai media, ripete la cifra con sbalordito stupore: «2.200 persone, ripeto. 2200!». Si direbbe il sequel di «Bienvenido, Mister Marshall»(1953) il celebre film di Berlanga in cui un paesino della Sierra madrilena si rivoluziona per l’arrivo degli americani del Piano Marshall.
Oggi, in Aragona, quarant’anni dopo il primo insediamento di General Motors, che portò a Figuerelas un crogiolo di americani, tedeschi e giapponesi, è la volta di «Mister Zeng» a stravolgere la quiete. Il mega investimento di Stellantis e Catl nel cluster automobilistico, sostenuto da 133 milioni di euro di fondi Perte (Progetti Strategici per la Ripresa e trasformazione Economica) dal governo spagnolo, promette 3.000 posti di lavoro a regime nel 2027. Ma prima, la fabbrica va costruita e per farlo servono le competenze uniche del gigante asiatico. L’impresa è imponente.
Alloggi e permessi
Anzitutto, dove alloggeranno questi duemila lavoratori cinesi? Il comune, assieme al governo di Aragona, sta valutando soluzioni innovative. «Pensiamo di ricorrere alle mobil homes per accogliere tutte queste persone», ha spiegato il sindaco Bertol a radio Cadena Ser. Strutture prefabbricate da erigere il più vicino possibile alla fabbrica, tra Figuerelas e Pedrola. Per ora si preparano i suoli e si spera che la produzione possa iniziare alla fine del 2026. Saragozza, il capoluogo della regione, nonostante le impennate dei prezzi degli affitti, è la meta ambita dei professionisti più qualificati e delle loro famiglie, in procinto di trasferirsi.
Il ministero della Previdenza sociale, Inclusione e Migrazioni ha già attivato un’unità speciale per gestire i permessi di questo imponente contingente, un processo «in blocco» coordinato direttamente dalla Cina. Il presidente di Aragona, Jorge Azcon, ha sottolineato l’importanza di questa «immigrazione legale e ordinata», che contribuirà allo sviluppo del territorio. Ma resta la domanda: questi lavoratori cinesi resteranno in Spagna una volta completato il progetto o faranno le valigie come in altre esperienze internazionali di Catl? La «Cinatown aragonese» è un’incognita, ma l’attesa di questo nuovo Piano Marshall è altissima.
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