Economia

Stagione in salita per gli olivicoltori: «Già perso quasi il 40% del raccolto»

Gianfranco Comincioli, produttore di Puegnago: «Il settore è stato flagellato dalla grandine e dagli insetti infestanti. Investire nella qualità»
Una fase della lavorazione delle olive - © www.giornaledibrescia.it
Una fase della lavorazione delle olive - © www.giornaledibrescia.it
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Non è facile fare previsioni sulla nuova campagna olivicola bresciana che partirà tra qualche mese, tuttavia è quasi scontato che in generale ci potrà essere un calo produttivo medio del 40 per cento.

Un dato prudenziale perché la situazione è molto disomogenea tra zone all’interno degli stessi areali produttivi del Garda e del Sebino. È questa la valutazione di Gianfranco Comincioli, noto produttore olivicolo e vitivinicolo di Puegnago dove coltiva oltre 5 mila piante di ulivo su una superfice di 20 ettari e che dal 2001 ha lanciato una linea innovativa nella veste e nella qualità per promuovere l’olio del Garda nel mondo, attraverso l’utilizzo di bottiglie particolari che ricordano quelle dei profumi e che continua a riscuotere successo nelle cucine dei migliori ristornati.

Mercato e turismo

«Il mercato dell’olio, in generale, complice una riduzione delle quantità prodotte, sta andando molto bene – spiega Comincioli -. Ma la vendita del nostro prodotto è molto legata anche al turismo che nella zona del Garda sta riscoprendo un rinascimento dovuto alla presenza, non solo di tedeschi e austriaci, ma anche di francesi, inglesi, olandesi e danesi. Ormai assistiamo ad una evoluzione del consumatore straniero che è sempre più documentato e informato sulle varie qualità di olio arrivando ormai a comprendere appieno le diversità aromatiche tra la Casaliva ed il Leccino. Per fortuna siamo obbligati ad investire solo su prodotti di qualità: la nostra terra non è per le quantità, ma per la diversificazione varietale e l’esaltazione dei profumi e dei gusti delle nostre olive».

Il peso del clima

Gianfranco Comincioli con i figli Roberto e Andrea
Gianfranco Comincioli con i figli Roberto e Andrea

Di certo con i cambiamenti climatici in corso è sempre più difficile fare agricoltura nella nostra provincia sia che si tratti di qualità sia di quantità.

Non va infatti dimenticato che l’olivicoltura bresciana ha conosciuto le annate del 2019 e del 2021 a raccolta zero. «Purtroppo il cielo è il tetto della nostra attività – sottolinea Comincioli - e la pioggia caduta nel mese di luglio ha avuto dimensioni impensabili. La grandine ha colpito a macchia di leopardo e quindi nella zona del Garda ha picchiato duro arrivando anche alla distruzione del 100% della produttività. Eppure avevamo avuto una fioritura degli ulivi che era stata stupenda con la Casaliva che si conferma una varietà vincente». Adesso occorrerà arrivare a metà settembre per capire per capire cosa potrà succederà in vista della raccolta.

«Purtroppo – spiega Comincioli - abbiamo avuto una concomitanza negativa di accadimenti che segneranno questa annata, ma abbiamo ancora parecchio tempo davanti prima della raccolta e quindi dobbiamo restare ottimisti, ma soprattutto attenti nella cura della piante. Anche perché assistiamo ad una evoluzione delle malattie tipiche, come la mosca olearia, ma soprattutto della presenza massiccia di cimici, cavallette e cicale.

Per fortuna la drupa dell’oliva si sta formando bene, ma l’intensità della pioggia ha creato dei problemi sanitari e quindi occorre intervenire in modo efficace e spesso non riusciamo a farlo anche a causa delle nuove direttive comunitarie che ci obbligano ad utilizzare prodotti scarsamente efficaci e più costosi». Ma la strada della qualità per l’olio del Garda resta obbligata anche in presenza dei cambiamenti climatici

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