Secondo il presidente Fava «l’Inps non fallirà mai»

«La società invecchia sempre più, spesso mi viene chiesto: ma in futuro l’Inps è destinato a fallire? La mia risposta è: l’Inps non fallirà mai, se dovesse accader significherebbe che è fallito lo Stato italiano».
Gabriele Fava
È iniziato così l’intervento di Gabriele Fava, presidente nazionale, appunto, dell’Inps ieri mattina alla presentazione del Rendiconto sociale provinciale 2023.
Proseguendo sullo stato di salute dell’Istituto di previdenza ha spiegato che in realtà «l’Inps sta bene, è un’organizzazione che funziona nella sua complessità. E nella sua evoluzione l’Inps non è più solo pensioni, ma servizi che arrivano a 52 milioni di persone, in pratica l’87% della popolazione italiana». L’attività dell’Istituto prende corpo attraverso 440 prestazioni socio-assistenziali e previdenziali; opera con una rete di 547 sedi dislocate sul territorio nazionale che funzionano grazie ad oltre 27mila dipendenti.
Welfare generativo
La strada da percorrere è quella del welfare generativo. Cosa questo significhi lo ha spiegato Fava. Significa «passare da un sistema assistenziale, o di mera gestione pubblica delle risorse, a uno in grado di personalizzare le prestazioni sul ciclo di vita dei cittadini, in modo che possa rappresentare un valore per le persone stesse e per il Paese».
Un sistema quindi che risponda ai nuovi bisogni di welfare, «le esigenze – ha proseguito – sono diverse per i giovani, le coppie, le famiglie con e senza bambini, gli anziani, i lavoratori dipendenti e autonomi, le donne, le persone con disabilità».
Nel 2050 i cittadini over 65 rappresenteranno fino al 35% della popolazione nazionale, «questo determina la necessità di ripensare l’intero sistema di welfare».
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