Economia

Sabato di lavoro: «Contro il caro energia un sacrificio da fare»

È l’opinione degli addetti ai forni della Ariotti di Adro. La fusione è stata spostata dal venerdì, lunedì si recupera il riposo
Una colata nelle Fonderie Ariotti di Adro - © www.giornaledibrescia.it
Una colata nelle Fonderie Ariotti di Adro - © www.giornaledibrescia.it
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«Il sabato oppure un altro giorno per me non fa differenza. Se serve lavorare nei giorni festivi non c’è problema, ci si sacrifica. Io, poi, non ho nemmeno bambini piccoli da accudire. Ora mi scusi, devo tornare al forno perché c’è la colata». Paolo è operaio siderurgico da una vita. Oggi ha cominciato il turno alle 5 e staccherà alle 13. Adesso è il mezzogiorno di un sabato particolare alla Fonderie Ariotti di Adro. I forni sono in piena produzione, dieci colate per scodellare le 80 tonnellate di ghisa sferoidale, una lega di ferro e carbonio che sostituisce l’acciaio. Il caro energia ha spinto l’azienda a sperimentare la settimana lunga: lavoro al sabato, quando alimentare i forni elettrici costa meno, riposo il lunedì e salario maggiorato. La novità riguarda una ventina di dipendenti su centodieci, il reparto della fusione e quello dell’estrazione. Questo è il secondo sabato.

Il costo dell'energia

«Finora è stata una esperienza positiva», commenta il presidente Roberto Ariotti (già presidente di Assofond, che riunisce le fonderie italiane). Ma serve più tempo per tirare le somme, anche perché in questi giorni un quarto dei dipendenti è a casa malato oppure in quarantena. Si andrà avanti anche a febbraio. Il risparmio non è granché, quattromila euro al giorno, ma meglio di niente, dice Ariotti allargando le braccia. In ogni caso, prosegue, «qualcosa bisogna pur fare, non basta lamentarsi».

All’orizzonte c’è la prospettiva che la fusione il sabato (o la domenica) diventi strutturale: dipenderà dall’andamento del costo dell’energia. Andrea, 46 anni, è responsabile del comparto finale della produzione, dalla colata alla spedizione. Da 27 è un collaboratore della Ariotti. Luca, 42, si occupa invece degli stampi. Anche lui ha una lunga storia nella fonderia di Adro, 27 anni. «Per noi è normale lavorare il sabato mezza giornata», dicono. «Lo facciamo sempre». Ripetono il concetto espresso da Paolo: «Si lavora quando serve». La fusione è stata spostata dal venerdì al sabato. «È una operazione che assorbe il 75 per cento dei consumi energetici», spiega il presidente. «Da parte dei dipendenti - dice - c’è stata una grande disponibilità ad avviare questa sperimentazione». Tutti «stanno dando il massimo per andare avanti in questa situazione complicata», aggiunge Paola Schena, responsabile della sicurezza e delle risorse umane. Si riferisce ovviamente al Covid, che falcidia i collaboratori, e al caro energia. «L’azienda ha sempre avuto buoni rapporti con i dipendenti».

La Ariotti, nella zona industriale di Adro, è divisa in due grandi complessi vicini. Uno ospita la fonderia vera e propri con i tre forni, nell’altro si fanno le finiture. «La nostra azienda vive un bel paradosso», fa notare Roberto Ariotti mentre ci fa visitare il secondo. Mostra i prodotti finiti, pezzi di turbine per l’idroelettrico e componenti di pale eoliche per l’estero, la Germania in particolare. «Produciamo per le energie rinnovabili, ma subiamo il contraccolpo del costo del gas». Favorisce la transizione green senza beneficiarne, almeno per ora. Fonderie Ariotti fabbrica anche presse per il mercato italiano, che rappresenta la metà del totale. Germania, Francia, Spagna, Paesi scandinavi acquistano macchine per l’energia e l’attività mineraria.

Effetti a lungo termine

Se l’energia continua a costare in questo modo, preannuncia Roberto Ariotti, le aziende energivore dovranno introdurre drastici cambiamenti, spostando in modo strutturale la fusione il sabato e magari la domenica fra gennaio e marzo, e anticipando le ferie a luglio invece che agosto. Il tutto, appunto, per risparmiare, perché il troppo freddo e il troppo caldo fanno schizzare consumi e prezzi. «Per ora questo cambio di abitudini è solo una previsione. È chiaro che, nel caso, dovremo farlo diventare strutturale attraverso un accordo complessivo con i dipendenti», afferma Ariotti.

Del resto, il mondo industriale bresciano energivoro sta già ragionando in questi termini. «Se non si sgonfia il pallone bisogna lavorare quando conviene, non c’è scelta». Stefano, operaio ai forni, è d’accordo. «Se c’è l’esigenza di lavorare il sabato non vedo il problema. Io ho avuto esperienze in altre aziende, si facevano i turni e si lavorava tutta la settimana». Per ora, dunque, si sperimenta. «Ci proviamo, vediamo come va», chiude il presidente. Anche perché la novità - se confermata - richiederebbe interventi sul fronte organizzativo. «Di sicuro qualcosa bisogna fare o rischiamo grosso». Paolo, il fratello Lorenzo, Marlon, Carlo e Gianmario sono al forno. La colata di un pezzo per moltiplicare la forza del vento nelle pale eoliche. Destinazione Germania.

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