Economia

Redditi, l’1% dei bresciani dichiara più di 120mila euro

Elio Montanari
In base alle dichiarazioni, i benestanti nella nostra provincia sono poco più di 11mila, per metà si tratta di dipendenti e pensionati. Complessivamente dichiarano 2,6 miliardi di euro
Undicimila contribuenti bresciani dichiarano più di 2,6 miliardi di euro
Undicimila contribuenti bresciani dichiarano più di 2,6 miliardi di euro
AA

Il Dipartimento delle Finanze, sollecitato a fornirci una tabella dettagliata, con riferimento ai contribuenti Irpef che dichiarano oltre 120.000 euro lordi complessivi, quantifica lo scaglione dei più bresciani più abbienti in 11.659 persone fisiche che, complessivamente, dichiarano 2,6 miliardi di euro, con un reddito medio di 226.002 euro.

I dati delle dichiarazioni Irpef presentate dai bresciani nel 2024, con riferimento all’anno di imposta 2023, presentano i conti dei 941.285 contribuenti anche se, in realtà, a dichiarare redditi sono 919.332 bresciani, poiché a tanto ammonta la frequenza, cioè il numero delle dichiarazioni relative a tutte le diverse tipologie di reddito. L’ammontare dei redditi Irpef dichiarati, nell’anno di imposta 2023, arriva a 24,1 miliardi di euro. Il reddito medio, ricavato dividendo banalmente l’ammontare dichiarato per la frequenza, ossia il numero, delle dichiarazioni, calcolato sugli importi dichiarati per tipologia di reddito, fissa per la nostra provincia, per l’anno di imposta 2023, un dato medio di 26.221 euro.

Le fasce

I più abbienti tra i bresciani rappresentano, quindi, meno dell’1,3% dell’insieme dei contribuenti e dichiarano quasi l’11% dell’ammontare complessivo dei redditi, con un reddito medio che è 8,6 volte quello del totale dei contribuenti, di cui ovviamente fanno parte.

Ma, basta fare due conti per evidenziare come il reddito medio dei contribuenti con oltre 120.000 euro è 11 volte quello delle 291.095 persone fisiche dello scaglione più numeroso, composto da coloro che dichiarano da 15.000 a 26.000 euro, e 30 volte quello dei 284.130 contribuenti che dichiarano meno di 15.000 euro. Detto in altri termini i 2,6 miliardi dichiarati dagli 11.659 contribuenti più «ricchi» superano ampiamente i 2,1 miliardi di euro che sono appannaggio dei 284.130 contribuenti più «poveri».

L’analisi

Insomma siamo in presenza di ampie e documentate diseguaglianze nella ripartizione dei contribuenti bresciani per classi di reddito. È cosa nota, del resto, e in questo mondo in cui siamo inondati di informazioni sulle ricchezze crescenti dei «paperoni» non è quasi più una notizia.

Ma, la preziosa tabella, fornitaci in esclusiva dal Dipartimento delle Finanze, evidenzia un dato che appare davvero sorprendente: quasi la metà dei contribuenti più abbienti, ben 5.694 persone (48,8%) sono lavoratori dipendenti (5.007 persone fisiche) o pensionati (687). Gli altri sono in maggioranza imprenditori e lavoratori autonomi abituali con partita Iva, solo 3.539 persone fisiche, mentre si contano 2.426 contribuenti che dichiarano oltre 120.000 euro classificati come «altro», categoria che comprende un insieme eterogeneo di redditi. Proprietari di fabbricati, soggetti con redditi dominicali e/o agrari, allevatori/agricoltori, soggetti con redditi da capitale, con plusvalenze di natura finanziaria o con redditi diversi, lavoratori autonomi occasionali o con redditi da recupero start up o, ancora, soggetti, che aderiscono ad un regime fiscale agevolato e soggetti partecipanti in società di persone ed assimilate. Ma non solo.

L’ammontare dichiarato dai lavoratori dipendenti e dai pensionati, collocati nello scaglione di reddito maggiore, rappresenta il 48% del totale, vale a dire quasi la metà, dei 2,6 miliardi di euro dei «ricchi». Con un reddito medio che per i lavoratori dipendenti arriva a 230.541 euro e supera quello attribuito a imprenditori e lavoratori autonomi abituali con partita Iva (224.235 euro) mentre gli «altri» arrivano – mediamente – a 239.662 euro e i pensionati («ricchi») si fermano a 153.785 euro.

Il quadro provinciale della distribuzione dei redditi è ampiamente segnato dalle diseguaglianze – certificate – e dall’evasione fiscale. Poi, come dimostra uno studio congiunto di Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e Università di Milano-Bicocca, le disuguaglianze dei redditi italiani sono cresciute a favore dell’1% più ricco che, in proporzione, paga meno tasse rispetto al restante 99% dei contribuenti. Nel suo complesso, il sistema fiscale italiano appare «blandamente progressivo» e «diventa addirittura regressivo» per il 5% degli italiani più abbienti, che pagano un’aliquota effettiva inferiore al 95% dei contribuenti.

Il problema, ovviamente, non è la ricchezza ma la sua distribuzione e non serve studiare l'analisi di Thomas Piketty; basta guardarsi intorno, anche nell’ambito della nostra ricca provincia.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@Economia & Lavoro

Storie e notizie di aziende, startup, imprese, ma anche di lavoro e opportunità di impiego a Brescia e dintorni.

Suggeriti per te

Caricamento...
Caricamento...
Caricamento...