Quando la sostenibilità taglia i costi dell’energia: il caso Raffmetal

Risparmio energetico e rinnovabili: ecco come i bresciani si stanno organizzando per affrontare la «crisi del gas». Fra le aziende virtuose, che possono ancora guardare al futuro con una certa tranquillità grazie a cospicui investimenti fatti negli anni passati, c’è Raffmetal spa, gruppo Silmar della famiglia Niboli.
«L’idea inziale era di intervenire sulla sostenibilità ambientale dei processi produttivi, col recupero degli scarti di produzione e l’utilizzo delle grandi quantità di calore in arrivo dai forni. Poi ci siamo accorti che in questo modo, oltre che rendere più efficienti i sistemi produttivi, stavamo risparmiando anche molta energia. Un vantaggio che oggi ci premia permettendoci di non dover fermare la produzione a causa degli elevatissimi costi energetici».
Così Orlando Niboli, presidente di Raffmetal Spa che fra gli stabilimenti di Casto e quello di Odolo dà lavoro a 420 persone, con una capacità produttiva da rottame di 350 mila tonnellate di alluminio l’anno ed un bilancio che nel 2021 ha chiuso con un fatturato di 341 milioni.
«Se non avessimo intrapreso quella strada già 10 anni fa, ora arriveremmo a spendere 150 milioni l’anno solo in energia, quando nel 2020 ne avevamo spesi 15» aggiunge. I passaggi. Cosa è stato fatto - progettando efficientamento anche in collaborazione con le università - è materia del direttore tecnico dell’azienda Franco Franzoni: «Abbiamo cominciato con un impianto di recupero del calore che oggi ci permette di risparmiare 10 milioni di mc l’anno di metano, che è circa il 30% di quanto consumiamo – dice -. Altri 3 milioni di metri cubi li risparmiamo grazie alla revisione della linea di essicazione, poi ci sono gli investimenti in fotovoltaico per una potenza pari a 10 MW ed una turbina a vapore per altri 6 MW». Interventi che permettono la riduzione di un terzo del consumo totale di energia.
Ma non è finita qui. «Abbiamo intenzione di investire ulteriormente in parchi fotovoltaici, ovviamente non solo sui tetti degli stabilimenti, di studiare nuovi vettori energetici e di potenziare l’impianto di recupero del calore - aggiunge Orlando Niboli -, per arrivare a coprire completamente il nostro fabbisogno di energia».
Il primato
Una continua innovazione che ha permesso a Raffmetal di ottenere, prima al mondo nel suo settore, la Epd (Enviromental Product Declaration). «Si tratta della certificazione ambientale maggiormente riconosciuta a livello mondiale, che attesta la bassa impronta di carbonio in tutte le fasi della produzione» spiega Michele Bertolami, responsabile Hse in azienda.
«Tutte le azioni di sostenibilità ambientale ed energetica si trasformano in vantaggio competitivo anche per i clienti e per i partner delle filiera - aggiunge Roberta Niboli, amministratore delegato e direttore commerciale -. Grazie a processi produttivi efficienti, siamo infatti riusciti a produrre leghe primarie da riciclo a basso contenuto di impurità, alta percentuale di riciclo e bassa impronta di carbonio, come quelle storicamente ottenute dal minerale. Grazie a questo ci posizioniamo come fornitori diretti delle maggiori case automobilistiche, che vedono in noi un partner strategico per raggiungere i loro obiettivi di neutralità climatica».
Raffmetal è anche in grado di fornire direttamente alluminio allo stato liquido invece che in pani, quindi già bello caldo e pronto per essere inserito negli stampi: un risparmio energetico garantito anche per i clienti.
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