Qual è il lavoro dei sogni della generazione Z?
Qual è il lavoro dei sogni della generazione Z? Nessuno in particolare, ma una cosa è certa: l’obiettivo è mettersi in proprio. Questo, almeno, è ciò che emerge dalla ricerca effettuata dalla società di consulenza Zelo - che in base ai bisogni delle aziende realizza progetti di valore dedicati ai nati tra i medio-tardi anni Novanta del XX secolo e i primi anni 2010.
Sentirsi protagonisti
Interpellando un campione di 5.915 GenZ, è così emerso che il 41% preferirebbe lavorare in una grande azienda perché rassicurato dalla sua stabilità anche se le multinazionali alla ricerca di grandi performance intimoriscono i ragazzi. Ma soprattutto riferiscono di voler esser a capo di un’azienda tutta loro in cui sentirsi protagonisti del proprio sogno, sebbene quando si tratta di doversi prendere le responsabilità, circa il 60% afferma di volerle condividere con il team per evitare stati d’ansia. Risposte duplici e ambivalenti che testimoniando anche la grande fragilità di una generazione. D’altronde è la stessa ricerca a certificare che la GenZ vive nella costante paura del fallimento e del timore del giudizio perché, per l’effetto dei social, i suoi appartenenti sono cresciuti in costante confronto col mondo intero. Proprio per questo sono abituati alla gratificazione immediata e per loro i feedback non sono un plus, ma l’ossessione che li guida nei progetti e nelle loro giornate lavorative.
Per il 38%, infatti, il feedback deve avere con sé un suggerimento o esempio concreto, «così capiscono» e un riscontro negativo porta il 37% a far salire l’ansia e a far dubitare di sé stessi. Inoltre, il 60% degli intervistati afferma di sentirsi gratificato se il proprio capo parla bene di loro, li sponsorizza o ricevono complimenti dai colleghi, mentre solo al 37% basterebbe un «semplice» premio in denaro.
Gli obiettivi
In sostanza hanno bisogno di leader che sappiano parlare, motivare, spiegare bene e che «parlino bene di loro» con gli altri. Per il 42% il lavoro ideale non è scandito da regole, ma da obiettivi chiari e perseguibili. Infine, le relazioni sociali e la vita privata: il 30% ha infatti affermato di avere un rapporto di amicizia con i propri colleghi, confermando esplicitamente un bisogno ai legami umani. Un 14% pensa invece che il lavoro da remoto sia indispensabile per limitare quell’ansia sociale che questa generazione vive costantemente.
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