Economia

Poliestetico, nasce l'accademia per diventare esperti di bellezza

Gianantonio Negretti presenta il nuovo percorso accademico, accredito da Regione Lombardia, che inaugura a Milano il 6 ottobre
Giannantonio Negretti
Giannantonio Negretti
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Il profilo nero di Afrodite, dea della bellezza, racchiuso su campo bianco in una cornice tonda. È il logo del Poliestetico di Milano - la sede sarà inaugurata il 6 ottobre a Paderno Dugnano -, un nuovo percorso accademico, presentato dal suo ideatore, il bresciano patron della NG Group Universal, Giannantonio Negretti

«Si tratta della fondazione di una nuova categoria accademica nata per realizzare il sogno di offrire ai ragazzi in uscita dalle medie una formazione professionale più completa e di livello superiore, che si possa considerare al pari di un liceo».

Il percorso per arrivare alla definizione del nuovo corso di formazione è stato condiviso con una nutrita schiera di docenti e scienziati che hanno convogliato il loro sapere per dare sostanza alla scuola: il cosmetologo Umberto Borellini, il dermatologo Alex Gezzi, l'ergonomo posturale Tiziano Pacini, il professor Alessandro Rizzi dell'Università di Milano, uno dei maggiori esperti al mondo di colore e luce, Maurizio Sangineto naming specialist di caratura internazionale. A lui si deve la scelta del nome. «Poliestetico richiama la pluralità di competenze, materie, abilità e il desiderio di affiancare al sapere fare anche al sapere tout cout con l’inserimento di ulteriori materie di studio e nuovi metodi didattici, capaci di mettere la persona-studente al centrodel percorso formativo». Se Regione Lombardia ha accreditato il Poliestetico di Paderno perché dal prossimo anno accademico sia operativo, i 400 Cfp italiani - per un equivalente di 40mila potenziali studenti - sono già stati coinvolti nell’inedito percorso di rifondazione.

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«Il primo Poliestetico italiano ha sede nel Milanese - spiega Negretti - ma sono già aperte le fasi di confronto con i Cfp di Verona, Bologna, Roma e molte altre città italiane, mentre a livello internazionale il dialogo è aperto con Santiago del Cile. Credo che per gli studenti e i docenti dei percorsi professionalizzanti sia tempo di un riscatto per riabilitare la scelta di una scuola professionale. Con il Poliestetico non si tratterà di un ripiego, ma anzi di una valorizzazione di quelle figure che in futuro avranno a che fare con uno dei molteplici ambiti della cosmetica. Ricordo che il settore, è capace di produrre il 30% in più del mondo della moda Made in Italy con un indotto economico enorme e che ha la necessità sempre più stringente di vedere nella formazione umana e professionale la vera chiave per sviluppo e sostenibilità».

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