Inizia la mietitura nei campi bresciani: curiosità per il mais nano

Nei campi bresciani è iniziato il periodo della mietitura e della trinciatura. Secondo Confagricoltura Brescia, l’annata si preannuncia nella media: fa eccezione soltanto un venti per cento di territorio, mai colpito dal maltempo, nel quale le rese sono state superiori.
La stagione
La dilatazione dei tempi è legata alle semine non precoci, avvenute prevalentemente nella prima metà di aprile, che hanno fatto slittare la conclusione della stagione. In questi giorni stanno per partire le pastonature, mentre il mais verde sarà trebbiato la prossima settimana e la granella secca dai primi di settembre.
Le prospettive
«Lo scorso anno non è stato affatto positivo per le troppe piogge, che hanno ritardato di molto le semine – commenta il presidente di Confagricoltura Brescia Giovanni Garbelli, cerealicoltore di Orzinuovi –. Quest’anno invece è sicuramente più buono, con prospettive nella media. Abbiamo avuto solo due eventi avversi, uno a inizio giugno nella zona di Bagnolo, Poncarale e Capriano e il secondo a fine luglio tra Comezzano Cizzago, Dello, Orzinuovi, Bagnolo e limitrofi».

Il mais nano
La novità di quest’anno è rappresentata dal «mais nano», sul quale gli agricoltori bresciani nutrono grandi attese. Si tratta di piantine ibride di taglia bassa (30% in meno rispetto alle tradizionali) che dovrebbero garantire una più efficiente intercettazione della luce e una maggiore densità di semina (fino a 130-160mila piante per ettaro), meno bisogno d’acqua e una migliore qualità del trinciato, con più amido, e una fibra più digeribile per l’alimentazione animale, oltre a un posizionamento più stabile e resistente. In questo modo, la coltivazione dovrebbe essere più produttiva, sostenibile e resiliente al clima.
Cambiamento climatico
Il 2025 è stato il primo anno di semine massive di mais nano nel Bresciano, per circa 2mila ettari, in particolare tra Orzinuovi, Comezzano e Montichiari. «Questo prodotto è la prima risposta genetica al cambiamento climatico, perché resiste molto di più a vento, grandine e stress idrico», spiega Garbelli.
Nel Bresciano la superficie agricola supera i 185mila ettari, con produzioni vegetali nei settori foraggero, cerealicolo e delle coltivazioni industriali, che rappresentano il 73% del totale, seguiti da prati e pascoli (21%), colture permanenti e ortaggi. La coltura principale è il mais (31% a ceroso e 20% da granella), seguito da altre foraggere (erbai e medica) e da frumento tenero, soia e orzo.
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