Metra corre con i treni Blues e a New York firma la facciata di JP Morgan

Il primo mastodontico carico per allestire le carrozze di Blues, il treno ibrido e sostenibile progettato da Hitachi Rail per Trenitalia, è partito da Rodengo Saiano (destinazione Pistoia) nelle scorse settimane. Il grande tetto è stato realizzato interamente nello stabilimento Metra: dalla fusione delle billette di alluminio, all’estrusione dei profili; quindi la saldatura nel nuovo reparto automatico ed infine le lavorazioni meccaniche.
«È un lavoro integrato che solo Metra può garantire in tutta Europa - precisa con orgoglio il presidente Enrico Zampedri -. Anche grazie a questa capacità di produzione nei primi mesi del 2022 sono stati firmati nuovi ordini per 46 milioni di euro con Siemens e Alstom. Con quest’ultima Metra ha iniziato la fornitura strategica per la piattaforma del treno Coradia, lo stesso che funzionerà anche ad idrogeno lungo la linea Brescia - Iseo -Edolo. A regime il solo comparto ferroviario contribuirà a circa il 25% del fatturato di Metra».
Tre divisioni
La divisione «Industry» del gruppo bresciano viene considerata a tutti gli effetti una delle eccellenze del made in Italy per qualità, affidabilità e flessibilità. Nel sito di Rodengo vengono realizzati profili complessi, che possono raggiungere i 30 metri di lunghezza, per applicazioni nel settore ferroviario, automotive, pneumatica ed energia, ma anche arredamento e illuminazione. La divisione serve 1.300 clienti (800 nel Nord America) e accanto ai citati Hitachi, Siemens e Alstom, ci sono Abb, Omr, Casappa, Camozzi, Molteni, per citare i più conosciuti.
L’edilizia
La divisione «Building» dedicata alle applicazioni nel settore edilizio, (vale circa il 29% dei ricavi del gruppo) rappresenta l’altro «pilastro» d’eccellenza. È presente sul mercato con un proprio «Sistema» completo di profili e accessori per porte, finestre e facciate di ogni dimensione. L’area impiega più di 25 ingegneri ed ha al suo attivo più di 200 realizzazioni tra Londra, Parigi, New York, Dubai.
Tra le nuove commesse di spicco c’è quella per i profili delle facciate della nuova sede di JP Morgan a New York. Un edificio di grande impatto - alto 423 metri, 60 piani - progettato da Foster+ Partners, sarà la più grande torre a zero emissioni di New York. Infine dal 2020 Metra ha una divisione dedicata alla «Sostenibilità» con focus su qualità, sicurezza e ambiente dedicata all’ottenimento di certificazioni per la qualità e alla sostenibilità del ciclo produttivo.
Metra, realtà fondata nel 1962 nel settore dell’estrusione e delle lavorazioni di alluminio, dal luglio 2021 è entrato nell’orbita del fondo di private equity americano KPS (13 miliardi di dollari di patrimonio investito prevalentemente in aziende industriali in Europa e Nord America) che ha impresso un’accelerazione sul fronte dell’internazionalizzazione. Alla guida c’è il presidente e Ad Enrico Zampedri, affiancato dal Cfo Nicola Morelli; dal responsabile produzione Mario Trusmei; dalla responsabile risorse umane Giulia Felisetti.
Il quartier generale resta a Rodengo Saiano, ma il gruppo ha siti produttivi a Villafranca (Vr), Serravalle Scrivia (Al), Montale (Pt) e Ragusa; e all’estero in Canada a Laval (Montreal) e Alma (Quebec City) e negli Stati Uniti a Rome (Georgia). Gli ultimi due siti produttivi sono stati acquisiti nel 2021: si tratta dell’americana Profile Custom Extrusion di Rome Atlanta, in Georgia (fatturato annuo di 100 milioni di dollari, 140 addetti) con la quale Metra si è assicurata una presenza produttiva diretta nel mercato statunitense ed in particolare sulla costa Sud Orientale, dove prima c’era solo la filiale commerciale di Miami in Florida.Mentre a settembre è stato acquisito il ramo di un’azienda nella città di Alma, nel nord del Quebec, che produrrà a regime 6.000 tonn di estrusi di alluminio.
I numeri di bilancio
Il gruppo che conta 1.300 dipendenti ha archiviato il 2021 con risultati in forte crescita: i ricavi hanno raggiunto i 383 milioni, in crescita del 57% (il fatturato 2020 era di 244 mln). L’incremento si deve in gran parte alla crescita dei volumi sulla scia dell’espansione post-pandemica su tutti i mercati di riferimento. Migliora anche la marginalità: l’utile netto è pari a 10,3 milioni (nel 2020 era di 1,3 milioni); il Mol consolidato (Ebitda) è di 43,6 milioni con un incremento del 103% (nel 2020 era di 21,4 milioni).
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