Economia

Metalmeccanici, confermata la chiusura estiva anche per le imprese energivore

Dal sindacato: «Gli ordini ci sono, così come i timori per un rallentamento del mercato in autunno»
L'interno di un'acciaieria
L'interno di un'acciaieria
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Le fabbriche metalmeccaniche bresciane chiudono per ferie. Il calendario nega una possibilità annunciata e discussa nei mesi scorsi, e conferma una tendenza. La possibilità negata dai fatti è l’idea (tramontata?) di lavorare di più in agosto per far fronte al caro energia, visto che non lo faranno nemmeno le imprese più energivore. La conferma riguarda il venir meno progressivo della chiusura totale tradizionale agostana, avvicinando il comportamento del nostro sistema industriale a quello del resto del mondo, dove agosto non significa praticamente in nessun luogo «tutto chiuso».

I protagonisti

Fino a oggi - e la conferma arriva anche dalle tre segreterie sindacali Fiom, Fim e Uilm - il 2022 della metalmeccanica bresciana è stato buono, con la cassa integrazione ordinaria in netto arretramento e il rimbalzo in crescita della produzione molto evidente. Il futuro però è in chiaro scuro, e non per la capacità produttiva del sistema «made in Brescia».

«Gli ordinativi per i prossimi mesi ci sono, e in qualche caso anche importanti, sia per l’automotive che per la siderurgia e le armi - racconta il segretario Fim Cisl, Stefano Olivari -. Il timore per settembre è legato ai rallentamenti che il mercato potrebbe patire per mancanza di fiducia in chi ci opera e ci investe. Contro il caro vita come sindacato abbiamo ottenuto nel contratto nazionale un adeguamento Ipca di 112 euro al mese che in autunno, con queste condizioni, potrebbe diventare di 180 euro. A livello provinciale stiamo lavorando per la diffusione dei contratti aziendali integrativi e sul welfare».

Che gli ordinativi ci sono lo conferma anche il segretario Uilm Brescia, Giuliano Rabba, per cui «il problema è di prospettiva. Le imprese - spiega - non sanno cosa le aspetterà e non solo per costi e inflazione. In ballo in questo momento storico ci sono anche la transizione ecologica e quella digitale, tanto strategiche quanto complesse da affrontare».

«A inflazione alta e salari in crisi di potere abbiamo risposto lavorando sui contratti integrativi - ricorda il numero uno di Fiom Brescia, Antonio Ghirardi -. Nelle ultime settimane ne abbiamo chiusi 32, a favore di più di 6.000 lavoratori, e altri sono in discussione. Gli integrativi sono un’opportunità che garantisce qualità ai posti di lavoro. Le azienda con cui si è lavorato hanno risposto con responsabilità, e stanno già agendo con determinazione e preparazione anche in vista dell’autunno caldo che ci attende».

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