Il mercato del lavoro è dominato dagli over 50

Le retribuzioni a fine 2025 saranno cresciute più dell’inflazione, ma per recuperare il potere d’acquisto perso con la crescita dei prezzi registrata dopo la pandemia ci vorrà ancora molto tempo.
Secondo il report dell’Istat sulle prospettive dell’economia italiana a settembre i salari reali erano ancora di 8,8 punti inferiori a quelli di gennaio 2021. A fine anno è previsto che la crescita delle retribuzioni monetarie sia del 2,9%, superiore alla crescita dei prezzi (1,6% l’inflazione acquisita per l’anno) ma la perdita reale è ancora significativa.
E se i salari arrancano, il mercato del lavoro è vivace con una crescita dell’occupazione in termini di unità di lavoro (Ula) che nel 2025, sempre secondo il report Istat, sarà pari all’1,3%, più che doppio rispetto all’aumento del Pil (0,5%). Un dato che risente della convenienza del lavoro per le imprese e della necessità per le famiglie a fronte della riduzione del potere di acquisto dell’impegno di più componenti della famiglia, ma soprattutto della stretta sull’accesso alla pensione con il prolungamento della permanenza al lavoro delle classi più anziane.
Secondo il Rapporto appena presentato dal Censis l’incremento di 833.000 occupati registrato nel biennio 2023-2024 è dovuto prevalentemente alle persone con 50 anni e oltre, questi sono stati 704.000 (ovvero l’84,5% di tutta la nuova occupazione). Dato questo che risente della stretta sul pensionamento anticipato e dell’andamento demografico con il passaggio nell’età più matura dei nati negli anni Settanta.
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