Manovra e aumento tassa sugli affitti brevi, Salvini: «Verrà cancellata»

La nuova tassa sugli affitti brevi continua a dividere. Dopo le polemiche di ieri sull’aumento della tassa, che avevano diviso la maggioranza, con Lega e Forza Italia contrarie alla misura, questa mattina il vicepremier Matteo Salvini ha assicurato che la nuova tassa «non ci sarà: o alla base o in Parlamento verrà cancellata». Sempre oggi, però, il testo della legge di bilancio bollinato dalla Ragioneria di Stato contiene una modifica alla misura: l’aumento al 26% della cedolare secca non sarebbe più esteso a tutti i proprietari, ma solo a chi ha concluso contratti di locazione tramite intermediari o portali telematici come Booking o AirBnb. Cioè – denunciano le associazioni che rappresentano i locatori – a tutti.
La modifica
Nel nuovo articolo 7 del testo della Manovra resta la cedolare al 21%, ma solo nel caso in cui, si legge, «nell'anno di imposta non siano stati conclusi contratti aventi ad oggetto tale unità immobiliare tramite soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare o tramite soggetti che gestiscono portali telematici, mettendo in contatto persone in cerca di un immobile con persone che dispongono di unità immobiliari da locare».
Le reazioni
Una modifica che secondo le associazioni di categoria è ininfluente: «Da quanto emerge la nuova formulazione del testo non cambia la sostanza del precedente – ha comunicato in una nota l'Associazione italiana gestori affitti brevi (Aigab) –. Tutti i contratti di locazione breve sono conclusi tra proprietari e conduttori per il tramite di portali e intermediari online. L'effetto rimane una patrimoniale su mezzo milione di famiglie italiane colpevolizzate perché proprietarie di una seconda casa da cui ricavano un reddito integrativo. Chi ha riscritto il testo o non conosce la materia o è in malafede».
Giudizio simile anche da Confedilizia: «Il testo bollinato del disegno di legge di bilancio contiene l'aumento della cedolare secca sugli affitti brevi, salvo il caso – ben raro – in cui il proprietario non si avvalga di agenti immobiliari o di portali telematici – commenta il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa –. Non essendo in sostanza cambiato nulla rispetto alla bozza, ci aspettiamo che i due vicepremier confermino il loro impegno all'eliminazione della norma».
I numeri di Aigab
L’associazione dei gestori di affitti brevi ha fornito i numeri del danno che a suo dire comporterebbe ai locatori: «Fatti i calcoli su una casa media da 25mila euro l'anno di incasso, si tratta di un aumento della sola cedolare di 1.300 euro l'anno, con la pressione fiscale complessiva che passa dal 46% al 52%: una stangata che impoverisce le famiglie, paralizza il mercato e penalizza il valore del patrimonio immobiliare, vero asset degli italiani. Abbastanza da far prendere il rischio a molti proprietari di ricorrere al nero. L'effetto dell'innalzamento della cedolare al 26% per tutti, inoltre, produrrà come ulteriore effetto nel lungo periodo la diminuzione del valore complessivo delle nostre case: in Italia ci sono 9,6 milioni di abitazioni vuote e la ricchezza delle famiglie è in gran parte concentrata negli asset immobiliari. Se il valore delle case cala, il problema diventa strutturale per l'intera economia del Paese. Nei primi 8 mesi del 2025, il sistema degli affitti brevi ha generato valore per 8,2 miliardi di euro, con un indotto da 32,9 miliardi, con una filiera che coinvolge circa 30 mila operatori e 150 mila persone impiegate in modo diretto».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

@Economia & Lavoro
Storie e notizie di aziende, startup, imprese, ma anche di lavoro e opportunità di impiego a Brescia e dintorni.