Economia

Mai così pochi disoccupati dal 2007, ma non è una buona notizia

Nel mese di aprile il tasso di disoccupazione è sceso al 6,3%: un calo considerevole rispetto a marzo, quando si attestava a quota 8%
A aprile il tasso di disoccupazione è sceso al 6,3% - Foto Ansa/Claudio Peri
A aprile il tasso di disoccupazione è sceso al 6,3% - Foto Ansa/Claudio Peri
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Nel mese di aprile il tasso di disoccupazione è sceso al 6,3%: un calo considerevole rispetto a marzo, quando si attestava a quota 8%. Il dato, registrato e diffuso da Istat, non era così basso da novembre 2007. Come è facile dedurre, ha pesato parecchio l'effetto del lockdown, con 484 mila persone in meno che cercavano lavoro (-23,9% rispetto a marzo).

Il crollo dei disoccupati, il cui totale a aprile è di 1 milione e 543 mila, può sembrare in contrasto con le difficoltà del momento, testimoniate anche dalle tante persone che hanno perso il posto di lavoro: sono scesi di 274 mila unità gli occupati in un solo mese. Per capire meglio, basta approfondire la definizione, secondo gli standard internazionali, dei termini «disoccupato» e «tasso di disoccupazione».

I disoccupati sono le persone che sono attivamente alla ricerca di un impiego, che l’Istat individua attraverso un’indagine campionaria che intercetta chi dichiara di essere attivamente impegnati in questo senso. E il tasso è espressione del rapporto tra i disoccupati e le corrispondenti forze di lavoro, che escludono gli inattivi, ovvero coloro che non sono occupati né sono a caccia di lavoro. Un calderone che annovera pensionati, casalinghe ma anche i cosiddetti «scoraggiati», quanti vorrebbero lavorare ma hanno smesso di cercare perché senza fiducia.

A aprile, viste le limitazioni dovute all’emergenza Covid-19 e alle chiusure obbligate, per molti è stato impossibile anche solo mettersi alla ricerca di un impiego e non è escluso che ci sia chi ha rinunciato. Non avendo cercato, non possono essere così inquadrati statisticamente come disoccupati e il loro destino per il momento li vuole inattivi. Una categoria a cui prestare in questa fase particolare attenzione, tanto più alla luce della grave recessione economica di cui l’Italia è protagonista.

 

 

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