Economia

Macchine utensili, trimestre nero per gli ordini: calo del 21,5%

Lo registrano i dati elaborati dal Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu-Sistemi. La ragione è fisiologica, ma non solo
Il settore macchine utensili sotto la lente
Il settore macchine utensili sotto la lente
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Secondo trimestre nero per gli ordini di macchine utensili, che segnano un calo del 21,8% rispetto al periodo aprile-giugno 2022. In valore assoluto l’indice si è attestato a 80,9 (base 100 nel 2015), con un pesante -38,3% negli ordini interni ed un -10,5% degli ordini esteri. Lo registrano i dati elaborati dal Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu-Sistemi per produrre: su base semestrale, poi, la raccolta ordinativi arretra del 23% rispetto ai primi sei mesi del 2022, per un valore assoluto dell’indice pari a 103. Gli ordini interni si riducono del 29,9% per un valore dell’indice del 97,5, mentre gli ordini esteri segnano una riduzione del 18,2% per un valore assoluto di 107,1.

Numeri che confermano le avvisaglie di rallentamento già rilevate da Ucimu negli ultimi mesi e di cui l’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili aveva dato conto nell’assemblea dei soci di inizio luglio.

Incertezza, ma non solo

«Riguardo al mercato interno, il ridimensionamento rilevato in questa prima parte del 2023 ha anzitutto una ragione fisiologica - commenta Barbara Colombo, presidente Ucimu -; in altre parole, il trend non poteva continuare a mantenere i ritmi del biennio post pandemia. Ciò detto, non possiamo ignorare il fatto che il calo sia determinato anche dalle condizioni di incertezza nelle quali le imprese si trovano ad operare. Le nostre aziende - prosegue la presidente - al momento stanno ancora lavorando bene, impegnate nella produzione della coda di commesse raccolte l’anno scorso, per cui i fatturati a fine anno saranno ancora buoni. Differenti, se non riusciamo ad invertire la rotta dopo la pausa estiva, saranno, invece, i primi mesi dell’anno prossimo».

Ucimu, considerato anche il processo di transizione digitale che l’industria manifatturiera sta affrontando, chiede perciò alle istituzioni di «intervenire al più presto per confermare e potenziare il piano transizione 4.0, che deve prevedere, in via strutturale, un sistema modulare di incentivi fiscali, che premino maggiormente chi investe in nuove macchine ove la digitalizzazione è anche abilitatore di sostenibilità».

Le misure a supporto

Più nello specifico, l’associazione ritiene che alla misura in vigore, consistente nel credito di imposta per gli investimenti in tecnologie di produzione digitali di ultima generazione, debba aggiungersi un secondo credito di imposta per gli investimenti in macchinari che vengono integrati tra loro per dar vita ad un sistema che implementa le due catene del valore, fisica e digitale.

Ci dovrebbe essere, infine, una terza misura che garantisca un credito di imposta per la sostenibilità, così da spingere le aziende verso la green manufacturing, in linea con le direttive europee. «Solo così - sottolinea la presiente Colombo - potremo sostenere il processo di innovazione che deve accompagnare le aziende, assicurando a tutte uno sviluppo adeguato al proprio percorso: spingendo chi è già più avanti nel processo di digitalizzazione a lavorare anche sulla sostenibilità, senza lasciare indietro quelle realtà che hanno appena approcciato il tema».

Ucimu è anche impegnata nella realizzazione di nuove iniziative a sostegno dell’attività di internazionalizzazione delle imprese, ultima delle quali è la creazione della rete di imprese in Vietnam, avente l’obiettivo di facilitare la penetrazione delle aziende in una delle aree del pianeta oggi più interessanti e dinamiche.

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