Economia

L’inverno del nostro scontento chiede un autunno di gran lavoro

Vediamo aumenti di prezzi ovunque, dalle bollette del gas ai supermercati. Serve un intervento rapido della politica
Una persona controlla lo scontrino della spesa - Foto © www.giornaledibrescia.it
Una persona controlla lo scontrino della spesa - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Che sta capitando, che succede sui mercati, nelle fabbriche, nelle nostre case, nei negozi e nei supermercati? 

Non passa giorno che non si senta di qualche aumento, non c'è ora quasi che il prezzo dei prezzi (leggi gas) si aggiorni al rialzo. Vai al supermercato e te ne accorgi, passi al reparto frutta e verdura e te ne rendi ben conto del +5-10-20%. Hai voglia a fermare la commessa che ti porti al reparto freschi e bassi: freschi di certo, bassi un po' meno. Sta andando su tutto, solo il morale se ne sta sotto. E ti monta un poco di rabbia, di scoramento, di comprensibile inquietudine perché tutti (anche noi, inevitabilmente) vedono un autunno, per non parlare dell'inverno, decisamente complicato. 

E si comincia a fare l'elenco (Coldiretti) di quanto si spenderà in più in un anno per famiglia media: pasta e riso +98 euro, verdure +81 euro, latte e formaggi +71 euro. Aumenti che arrivano da quelli registrati in stalla e in campo: concimi +170%, mangimi +90% cui seguono gli aumenti delle etichette (+35%), del cartone (+45%), persino della plastica (+70). Di questo passo, ma ci siamo, costerà più il vasetto di vetro che la giardiniera. Il fornitore di pellet di un mio amico lo ha chiamato per dirgli che ai prezzi concordati (anno su anno) non potrà portargli nemmeno un sacco. La proposta è di un aumento secco del 100%. 

C'è chi fa intravvedere un inverno feroce, con un aumento delle povertà e del rischio alimentare. In parole altre: non ci sono soldi per mangiare. D'accordo ai richiami del presidente Macron che avverte come «il tempo dell'abbondanza è finito», ma abbondanza per chi? C'è in giro, almeno a livello di sensazione, ben più di una tempesta perfetta. E qualcosa bisogna fare adesso, oggi, domani sarebbe già tardi, figuriamoci se dobbiamo aspettare le elezioni che pur sono dopodomani. Qui ed ora, bisogna fare qualcosa. 

Non ho capacità per dire come si possa intervenire sul prezzo del gas, non saprei dire se abbia un senso o meno continuare ad insistere su un intervento europeo con limiti a quel meccanismo perverso che ad Amsterdam fissa il prezzo del gas: mi parrebbe la strada maestra ma anche l'ultimo summit si è risolto praticamente in niente. Mario Draghi va giustamente orgoglioso, dal suo punto di vista, di aver messo sul tappeto il problema dell'autonomia energetica nazionale ed europea. D'accordo: era da fare. Ma adesso andiamo avanti, governo di ordinaria amministrazione o meno, perché qui ci sono solo cose straordinarie da fare. Ad esempio: in attesa di qualche segno sul prezzo del gas, fare qualcosa per capire se qualcuno fa il furbo, se tutti gli aumenti dei prezzi sono giustificati. Non vorrei capitasse come con l'euro, quando le mille lire diventarono un euro e la pizza margherita da 4 mila lire da un giorno all'altro passò a 4 euro. Al tempo peccò il Governo a non pensare (e intervenire).

Proviamoci noi: perché non segnalare alcune cose che ci sembrano anomali, sorprendenti? Dico per dire: davvero si giustifica il raddoppio del pellet? Boh! Magari sarà per davvero l'inverno del nostro scontento, ma - sant'iddio - perlomeno ci faremo sentire. 

 

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