L'ex -Mtf si chiama Vorvel: Banca Valsabbina ne è «regina»

Capita che alcune cose scappino. È così ho scoperto che fino a qualche giorno fa era l'Hi-Mtf adesso si chiama Vorvel. Non è una cosa che cambi la vita (saperlo o non saperlo) ma, come in molte cose, dico che è meglio saperlo. E quindi Vorvel (l'ex Hi-Mtf) è una piattaforma regolamentata , un listino azionario diverso rispetto a quelli più grandi e tradizionali, dove ad oggi sono quotati una ventina di titoli, prevalentemente di banche locali, fra cui la nostra Banca Valsabbina, ma anche certificati, covered warrant e obbligazioni.
L'Hi-Mtf prese vita nel 2016, quando la Consob (ma anche la Banca d'Italia) raccomandò alle banche (le più piccole) di attrezzarsi per avere anche loro un posto dove poter trovare una quotazione e quindi favorire lo scambio di compra-vendita per i risparmiatori. L'idea fu quella di realizzare una cosiddetta piattaforma multilaterale promossa e gestita dall'iniziale gruppo di banche che intendevano aderire all'idea.
Ad oggi, come detto, le banche «quotate» sono una ventina e la contrattazione e le modalità di fissazione del prezzo sono specifiche per questo tipo di mercato relativamente piccolo, dove si fissa il prezzo al venerdì dopo che nella settimana si sono raccolti gli ordini in acquisto o vendita. Proprio per rispondere alle esigenze di un mercato relativamente piccolo e poco liquido, si sono fissate una serie di bande di oscillazione (al rialzo e al ribasso) così da evitare scossoni troppo evidenti. Insomma il Vorvel è una mercato protetto, però è un mercato ed è molto rispetto al nulla che c'era prima del 2016.
Su questo mercato, come detto quota la Banca Valsabbina, ormai di fatto la maggiore banca popolare nazionale. E di questo mercato la banca bresciana è in qualche modo «regina» per scambi e per essere l'unica banca che quota sopra il prezzo del debutto nel 2016: 6,3 euro rispetto ai 5,9 del debutto. Poca cosa, in realtà, ma c'è chi sta peggio. Ovviamente, un mercato come il Vorvel si presta poco a speculazioni in senso classico. Le bande di oscillazione richiamate a questo servono: perlomeno non favoriscono scorrerie anche se, rovescio della medaglia, si rischia un certo qual torpore per effetto di una liquidità decisamente scarsa.
Sono scelte di ogni singola banca e dei relativi azionisti. Epperò, oltre all'andamento del titolo (più o meno piatto) una valutazione più attenta il risparmiatore sarà bene la faccia su quanto dividendo distribuiscono le società quotate (in relazione al prezzo di ogni singola azione), sulla loro solidità, sulla storia che hanno alle spalle eccetera eccetera. Direi, in sintesi: il classico titolo per cassettista.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
